Se dovessimo dire chi siamo veramente, risponderemmo con sicurezza
che siamo coloro che hanno quei
pensieri, quei sentimenti, quelle emozioni e quei comportamenti – noi siamo “quelli” e non altri. È come la
nostra pelle, il nostro corpo – qualcosa che ci aderisce strettamente e che ci
identifica.
Ma le cose sono più sottili e profonde. In realtà, noi siamo
coloro che percepiscono tutte queste
cose. La distinzione è fondamentale. A differenza degli altri animali, noi
siamo coscienti (o possiamo esserlo) dei nostri vari stati d’animo, dei nostri
pensieri, delle nostre sensazioni, delle nostre reazioni, ecc. In altri
termini, per quanto la pelle sia aderente, lascia comunque uno spazio in cui
entra una specie di testimone, che può essere più o meno chiaro e distaccato.
Nell’uomo l’adesione non è perfetta, c’è un altro centro, un
centro superiore. E lì noi possiamo posizionarci per osservare tutto il resto,
fino al punto di vederci agire come degli attori che recitano un copione. È
vero, i pensieri e i sentimenti sono “nostri”, ma in un certo senso sono predeterminati
dal condizionamento generale, dalla commedia che tutti recitano… e quindi non
sono del tutto originali. C’è qualcosa di più originale, di più reale, qualcosa
che osserva tutto e se ne distacca.
Questo testimone silenzioso non può essere definito con i normali
concetti (condizionati), ma può essere avvertito come una presenza. Non c’è
bisogno di fare grandi sforzi. È lì ed è la nostra più antica identità. Ed è
anche una posizione di tregua nelle continue tensioni della vita.
Il mondo è un luogo di conflitti, ma esce da una grande pace. E tu puoi recuperarla.