venerdì 3 maggio 2013

Produzione e riproduzione: la spiritualità dell'economia


Il guaio di sposare una donna (o un uomo) è che sposi un intero apparato produttivo; e, se sposi un apparato riproduttivo, devi entrare nell'apparato produttivo, con tutti i suoi obblighi e tutti i suoi modi pensare. Diventi insomma anche tu un fattore della produzione. In tal modo, siamo tutti al servizio delle finalità riproduttive della natura, che impone i suoi doveri e le sue regole. Siamo tutti rotelline di un immenso ingranaggio. Niente di strano allora che la produzione, con le sue leggi economiche, regoli ogni istante della nostra vita. E questo è talmente vero che noi applichiamo alle concezioni dell'aldilà, della giustizia divina e della retribuzione karmica idee e principi economici, primo fra tutti quello del pareggio di bilancio. È così che abbiamo divinizzato l'economia. In fondo il nostro Dio è una specie di grande banchiere, con tanto di ragioneria e di calcolo dei profitti e delle perdite. Vi ricordate le parabole cristiane sui talenti? Non si trattava di investimenti? Per l'uomo, l'aldiqua e l'aldilà sono sempre soggetti ad un principio economico. È l'economia che domina le nostre menti.
Faccio questa osservazione per invitare a guardare il mondo con occhi diversi da quelli dell'economia e della ragioneria.

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