venerdì 29 marzo 2013

Le religioni del Libro



Ad una domanda di Enrico Bertolino sulla crisi delle "religioni del Libro", Moni Ovadia ha risposto che l'ebraismo ha perso la sua spiritualità restringendosi sull'idea le nazionalistica, che l'islam si è appiattito sul fondamentalismo e che il cristianesimo si è ridotto a fare affari, tutti terreni. In realtà la crisi di queste tre religioni nasce proprio dal fatto che sono state utilizzate per questioni di potere. Ma questo si è verificato perché tutto ciò di cui parlano è una fantasia umana. Il Dio che si palesa a qualche profeta o che addirittura si fa uomo, e che ispira per di più "libri sacri", è un'invenzione umana - un'invenzione che tra l'altro riduce la Trascendenza ad un semplice fantoccio. "Nessuna invenzione è stata più facile per l'uomo di quella del Cielo" diceva Lichtenberg.
Questa invenzione, fin dal principio, è stata fatta nell'illusione che esistesse un'Autorità esterna che investisse di potere qualche uomo o qualche casta di sacerdoti. Quando però gli uomini si trovano veramente in difficoltà, questa presunta Autorità non interviene mai. Dov'era per esempio Dio nei campi di sterminio? E dov'è Dio quando si scatena un terremoto o qualche altro cataclisma che uccide migliaia di esseri umani? Al momento del bisogno, Dio non c'è mai.
Anche se gli uomini hanno la testa dura, con il passare dei secoli e dei millenni, qualcosa incominciano a capire. E il giorno in cui capiranno che non c'è nessuna Autorità esteriore che possa aiutarli incominceranno a guardare dentro se stessi e ad assumere su di sé una precisa responsabilità. Era comodo pensare che nel bene come nel male la responsabilità fosse di un Dio. Oggi dobbiamo renderci conto che è nostra - di ogni individuo. È così che si passa dall'infanzia alla maturità. Diceva ancora Lichtenberg: "Il nostro mondo diventerà un giorno tanto raffinato che sarà ridicolo credere in Dio come oggi è ridicolo credere agli spettri".

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