martedì 8 gennaio 2013
La dimostrazione dell'esistenza di Dio
Una delle ossessioni della mente umana è sempre stato il tentativo di dimostrare con la sola logica l'esistenza di Dio. Oggi ci riprova il matematico Harvey Friedman, riprendendo un argomento di Kurt Gödel. Tutto parte dalla vecchia dimostrazione ontologica di Anselmo di Aosta, il quale diceva: se concepiamo Dio come l'essere perfettissimo, non può mancargli la caratteristica positiva dell'esistenza. Già questa partenza è sbagliata per almeno tre motivi: primo perché non è detto che Dio sia perfettissimo, secondo perché qualunque cosa da noi concepita come perfettissima dovrebbe essere esistente (quindi se noi pensassimo ad un asino con le ali "perfettissimo", questi dovrebbe necessariamente esistere) e terzo perché l'esistenza in sé non è detto che sia una qualità positiva. Dio potrebbe anche essere il non-essere, il nulla o il vuoto. Infine nessuna dimostrazione puramente logica è mai valida finché non arriva la controprova empirica: non è così che funziona la scienza? E dov'è la controprova empirica?
Come scrive Piergiorgio Odifreddi, in Repubblica.it, "Gödel definì Dio come un 'essere positivissimo', cioè avente tutte le proprietà positive. E dimostrò facilmente che, nel caso di un universo finito, Dio esiste e ha esattamente tutte e sole le proprietà positive. Il caso di un universo infinito è più complicato, ma Gödel dimostrò che anche in quel caso Dio esiste, purché si faccia un'ipotesi aggiuntiva: che 'essere Dio' sia anch'essa una proprietà positiva.
"L'ipotesi è controversa, naturalmente, visto che un seguace della teologia negativa, o un ateo, potrebbero pensare esattamente il contrario. Ma, soprattutto, l'ipotesi aggiuntiva rende banale la dimostrazione, perché equivale a dire che le proprietà positive sono appunto tutte compatibili fra loro: dunque, è solo un modo mascherato di postulare che l'essere perfettissimo esiste.
"Il problema era che l'ultrafiltro usato da Gödel, come si è detto, è banale. Si trattava dunque di trovarne uno che fosse teologicamente rilevante come quello, ma allo stesso tempo matematicamente non banale, in modo da permettere una dimostrazione di consistenza. Il modo per farlo (che è troppo complesso per essere riassunto qui) venne a Friedman al congresso di Heidelberg su 'Il dialogo tra scienza e religione: passato e futuro' dello scorso ottobre, in onore del centenario della nascita di John Templeton."
Ma si tratta di pasticci logico- matematici che lasciano il tempo che trovano. Questi studiosi partono da un presupposto sbagliato: che Dio risponda alla nostra logica. Invece un Dio che rispondesse o utilizzasse la nostra stessa logica, non sarebbe affatto perfettissimo. Sarebbe una mezza cartuccia, più o meno come l'essere umano. La trascendenza è tale proprio perché trascende la nostra limitata logica dualistica. Oggi come oggi, Dio non può essere pensato dall'uomo. Per ragionare di Dio bisogna che prima l'uomo sviluppi un'altra mente.
In ogni caso, i credenti se ne facciano una ragione. Anche se un matematico dimostrasse l'esistenza di Dio, non sarebbe nessun Dio storico: sarebbe una pura idea della mente.
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Giusto un appunto: la prova anselmiana è formalmente, quindi logicamente corretta, in quanto basata sul sillogismo disgiuntivo. L'opposizione classica del monaco Gaunilone, al contrario, è sbagliata: poichè per postulare l'esistenza della famigerata "isola perfetta" abbiamo bisogno che quest'esistenza sia "de re" possibile e non lo è, il sillogismo ha una conclusione valida e falsa. La deficienza di Anselmo, come di un Descartes dopo di lui, al più è non aver dimostrato, ma solo postulato, che "Essere un essere perfettissimo" sia "de re" possibile, quindi la dimostrazione è in fin dei conti incompleta. Il primo ad accorgersene fu Leibniz, che formalmente però commise qualche magagna. A questo punto della storia arriva Godel e la sua dimostrazione. L'unico problema allora della prova ontologica non dipende se sia corretta o meno, perché lo è in tutti i sensi, ma se la logica modale che usa descriva il funzionamento del nostro mondo attuale. Sicuramente in molti modelli Dio esiste. In più Friedman ha dimostrato che tra quei modelli vi è il "mondo della matematica", e che a causa di ciò è possibile dimostrare la sua, "divina", coerenza.
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