sabato 26 gennaio 2013
Il meccanismo dell'amore
L'uomo si innamora della donna che gli ricorda in qualche maniera il suo primo amore: la madre. La donna si innamora dell'uomo che le ricorda in qualche maniera il suo primo amore: il padre. Entrambi sono dunque rigidamente condizionati. L'uomo, quando si innamora, si mette al servizio della donna e dei figli che verranno con lei. Ma anche la donna si mette al servizio... di che cosa? Della natura che è in lei. Allora chi è veramente libero di scegliere? Nessuno, a meno che non ci si renda conto di questo gigantesco meccanismo che condiziona tutti gli esseri viventi - un meccanismo preciso, ben oliato e intenzionale che è votato alla riproduzione di se stesso e che va avanti dall'origine dei tempi, un meccanismo che si fonda su un motore solo: il desiderio. Aveva ragione il Buddha. È il desiderio che fa andare avanti questa immensa baracca, una specie di fabbrica in grande di un prodotto che si chiama vita. E noi siamo tutti operai... tranne coloro che si ribellano perché si sentono prigionieri. Solo a quel punto nasce l'idea di una liberazione. Non se ne esce senza una preventiva presa di coscienza, che può essere definita una "visione", un modo di vedere le cose. L'amore, il tanto decantato amore, a ben vedere, non è che lo zuccherino che noi diamo agli animali per renderli docili e fargli fare quel che vogliamo; e quindi non può essere, almeno quello basato sull'istinto, uno strumento di liberazione. Il vero strumento è la consapevolezza.
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