Dopo gli USA, la Spagna, l’Irlanda, l’Olanda e l’Austria, ora è la Chiesa tedesca che si scusa per la pedofilia dei preti cattolici. In Italia si fa finta di nulla e anzi si difendono pubblicamente preti accusati dello stesso reato. Da noi uno scandalo del genere non scoppierà mai, perché siamo nella patria dell’insabbiamento. Il papa promette tolleranza zero e anche lui chiede perdono. Ma non è questione di tolleranza né di perdono; il difetto sta nel manico, ossia nel tipo di educazione che ricevono i sacerdoti .
Tra voto di castità e infantilismo teologico, il prete rimane un individuo represso che vive contro natura, un prodotto innaturale e regressivo di una cultura che odia le donne e il sesso. A quel punto non gli rimane che rivolgersi ai bambini.
Qualche psichiatra sostiene che la pedofilia sia ancora una forma di violenza sulla donna, il che sarebbe in linea con l’atteggiamento antifemminista delle religioni. Ma qualunque sia l’origine, finché la cultura religiosa si fonda sulla repressione sessuale non si risolverà il problema.
Se il papa ribadisce che il celibato dei preti è sacro, vuol dire che la sua tolleranza zero non servirà a niente. E tutto continuerà come prima. Qualcuno dovrebbe spiegargli che esistono studi psicologici sia sulla pedofilia sia sulle tendenze di chi decide di farsi prete. E poi dovrebbe ricordargli che gli apostoli di Gesù erano sposati. Provi ad allargare un po’ i suoi orizzonti e a non occuparsi solo di ammuffiti problemi teologici.
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