mercoledì 11 novembre 2009

Visione profonda

Niente nasce, niente muore, tutto si trasforma. Prendiamo un albero: l’albero è fatto di terra, di pioggia, di sali minerali, di ossigeno, di sole, di luna, ecc., tutte cose che esistevano prima di lui. E a sua volta offre legname, frutti, foglie, frescura, ombra, ossigeno, rifugio per insetti e uccelli, ecc. Quando “muore” o viene tagliato, non sparisce nel nulla: i suoi elementi possono essere riassorbiti dal terreno, dai funghi, dall’aria, dal cielo, dall’acqua, ecc. ed essere trasmessi ad altri esseri viventi; oppure, se viene tagliato, si trasforma in legna che può dare origine a mobili, case, carta e mille altri oggetti; se viene bruciato in una stufa, si trasforma in calore, fumo, acqua, ecc. Quindi possiamo ritrovarlo in una nuvola o in una goccia di pioggia o nel calore che ci permette di vivere. Dunque, in un certo senso esisteva prima e in un certo senso esisterà dopo.


È così per ognuno di noi: ognuno di noi in un certo senso esisteva prima, nei suoi progenitori e negli elementi da cui sarà composto, e in un certo senso esisterà dopo, nei suoi discendenti, nelle sue opere, in ciò che avrà fatto o detto, negli elementi che lo compongono e nella presenza che avrà offerto agli altri.

Di conseguenza, questa goccia d’acqua che mi casca sulla fronte può essere una parte di quell’albero o una carezza di mia madre.

In un certo senso esistevo prima, in un certo senso esisterò dopo. Come ogni cosa dell’universo, come l’universo stesso.

Questo significa guardare le cose in profondità.

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