Le nostre città sono diventate così luminose che non possiamo più vedere le stelle notturne – situazione altamente metaforica...
Le nostre città sono così piene di luci, di rumori, di traffico, di confusione e di inquinamento (fisico e mentale) che l’uomo moderno non è più in grado di vedere le luci naturali: le luci artificiali ci impediscono di vedere la vera luce.
Ma, per fortuna, se meditiamo un po’ – chiudendo gli occhi, trattenendo il respiro e premendo magari la lingua contro il palato o i polpastrelli delle dita contro i globi oculari – possiamo vedere il cielo interiore, punteggiato da miliardi di stelle, di costellazioni, di nebulose, di buchi neri e di supernove.
Come fuori, così dentro.
Che cosa significa questo se non che l’universo è dentro di noi? Gli antichi veggenti delle Upanishad lo avevano detto: tutto ciò che sta fuori nell’universo è anche dentro il nostro cervello, il Dio onnipervadente è il sé intimo di ogni essere, il Grande Spirito abita nella mente umana.
Dunque, quando siamo abbagliati dalle luci esteriori, guardiamoci dentro per scoprire le luci più autentiche.
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