Il grande problema della meditazione è che, mentre noi lavoriamo a livello della coscienza e della razionalità, esiste un vasto mondo interiore, il mondo delle nostre tendenze più profonde, che opera a livello inconscio. La lotta sembra impari.
Queste tendenze e predisposizioni inconsce, buone e cattive, si trascinano da tempo immemorabile attraverso una lunghissima linea di vite precedenti – quelle dei nostri avi, umani e non umani. Costoro hanno costruito, mattone su mattone, ciò che siamo, il nostro patrimonio, che non è solo genetico, ma anche psicologico e spirituale.
Siamo dunque gli eredi di un enorme patrimonio, che a nostra volta potremo migliorare o peggiorare. Ma resta il fatto che prima di tutto dobbiamo prendere coscienza di questa situazione. Se non lo facciamo, se non interverremo direttamente su tali tendenze ereditarie, non potremo migliorare nulla e saremo soltanto fuscelli trasportati dal vento cosmico.
Meditare è anche questo: diventare consapevoli di ciò che siamo, in quanto prodotti di un passato lontano. Ecco che cosa significa “conoscere se stessi”.
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