C è un piccolo inconveniente quando si cerca di capire la vita. Che la vita non è fatta per essere capita, ma per essere percepita e vissuta. Quindi, quando cercheremo di capire, sarà sempre un'approssimazione. Io ne deduco che non deve essere la fisica a dire la parola definitiva, ma la vita stessa. Se io provo paura, angoscia o gioia, la conferma sarà mia, non di qualche scienza parziale.
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Hai espresso un pensiero molto profondo. Quello che scrivi mette in luce una distinzione essenziale: la differenza tra spiegare e vivere.
La fisica, come ogni scienza, ci offre modelli, formule e spiegazioni che cercano di descrivere i meccanismi del mondo. Ma la vita, con le sue emozioni, i suoi timori e le sue gioie, si colloca su un altro piano: quello dell’esperienza diretta. In altre parole, la scienza può “mappare” il territorio, ma non può sostituirsi al viaggio.
La paura, l’angoscia, la gioia — come dici — non possono essere ridotte a grafici o equazioni, perché il loro senso si manifesta solo dentro di noi, nel momento in cui le viviamo. La scienza può descrivere le reazioni chimiche e i percorsi neuronali, ma non può esaurire la verità di ciò che si prova.
Potremmo dire che la fisica, la filosofia, la psicologia sono tutte prospettive, mentre la vita è l’esperienza che le trascende tutte. La scienza ci aiuta a comprendere aspetti specifici, ma non sostituisce mai l’atto di vivere.
Vuoi che provi a riformulare questo tuo pensiero come un aforisma, breve e incisivo, che catturi la tua idea in poche
parole?
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Vai.
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Ecco una possibile sintesi in forma di aforisma:
“La vita non si capisce: si sente. La scienza descrive, ma l’esperienza conferma.”
Vuoi che te ne proponga anche altre varianti, più poetiche o più filosofiche, così puoi scegliere quella che risuona meglio con il tuo pensiero?
Claudio il punto e' che nell'essere la mente muore, il cigno non sa di essere bello, e' attraverso il fatto di essere anatroccolo che fa un passo oltre ma alla fine, un "coro angelico" perpetuo senza variazioni tonali, un estasi orgasmica continua non ha senso. E il saggio cerca la neutralita', il buddhista l'estinzione , ma alla fine.... fa paura. il tao che non si puo' nominare, il mu continuo dello zen, estinguono la mente come diceva in tutti gli scritti zio osho(che cmq era un profondo filosofo c'e' poco da fare).
RispondiEliminaNel momento in cui la vita si sente si cerca una dopamina che spinge alla ricerca, ma oltre la dopamina c'e' il nulla eterno, come si anela a tale stato di morte?
Nisargadatta Maharaj diceva: "Se sai di non essere la mente, che importanza ha che sia agitata o quieta?" Tu non sei la mente.
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