giovedì 20 ottobre 2022

L'instabilità del tutto

 

Se la vita fosse un accumulo continuo di sofferenze, non avrebbe potuto andare avanti. Questo  significa che, accanto ai dolori, ci sono anche periodi di gioia, piacere e soddisfazione. Però, dolori e gioie devono alternarsi, se non altro per alimentarsi a vicenda e rendere possibile il polo opposto. In altre parole, i due opposti si definiscono e si sostengono a vicenda. Se non ci fosse la sofferenza, non sapremmo definire e provare la gioia.

Ma la dialettica degli stati d’animo non deve estremizzarsi, altrimenti rende impossibile il cambiamento. Questo significa che il male è utile, se non altro per mettere in azione il bene. Non sappiamo se è possibile un mondo tutto gioioso (una specie di paradiso), pena l’immobilità del tutto. Ma sappiamo che, se il gioco si estremizza, rende impossibile il contrasto e prima o poi nuoce alla vita.

Dunque, non c’è via di scampo. Non c’è la possibilità di rendere stabile uno stato d’animo.

Stando così le cose, dovremmo essere abbastanza saggi da ricordarcelo quando le cose ci vanno male… ma anche quando ci vanno bene. Niente perdurerà a lungo. Neanche la vita.

Basterebbe avere sempre questa consapevolezza per non essere come quegli idioti che si esaltano nel successo e si abbattono nel fallimento.

Non sappiamo perché il mondo sia stato fatto o si sia fatto così. Ma sappiamo che è così.

Certo, se incontrassi Dio in persona, gli domanderei: “ Ma non si poteva far qualcosa di meglio?”

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