domenica 16 ottobre 2022

Il ciclo vita-morte

 C’è chi cerca di prolungare il più possibile la vita e sogna di averne un’altra (qui sulla Terra con la reincarnazione o in un ipotetico aldilà) e c’è chi ne ha avuto abbastanza e spera di uscire definitivamente dal ciclo vita-morte. Voi a quale categoria appartenete?

Se siete cristiani o musulmani (in tutto qualche miliardo di persone), appartenete certamente alla prima categoria: sognate di avere una seconda vita, magari in un paradiso non meglio identificato, con un Dio che dovrebbe essere una specie di Creatore.

Dio avrebbe creato questa vita e poi, dopo la morte, ve ne darebbe un’altra… se lo meritate. Eh, sì, perché c’è il rischio di finire in un inferno peggiore di questo o in un purgatorio.

La verità che noi siamo disposti anche a finire in un inferno pur di mantenere la nostra attuale identità, l’io che conosciamo. L’inferno piuttosto che il nulla.

Ma qualcuno, in Oriente, dice che l’inferno è proprio l’attuale io, che, se ci pensate, è una limitazione del Tutto originale.

Quindi non è vero che la fine dell’attuale configurazione corpo-mente sia il nulla. Sarebbe il Tutto. Sarebbe la goccia che rifluisce nel mare.

Non la morte, ma il ricongiungimento. La morte è qualcosa di legato alla vita, è l’altra faccia della vita. E nel tutto non ha più ragione di essere. O vita e morte, oppure né vita né morte.

Cosa preferite?

La vita è pur sempre qualcosa di limitato e temporaneo. Su questo non ci piove.

Forse preferiste ottenere il Tutto, ma con un certo ricordo della goccia che siete stati in vita.

Questo non posso garantirvelo. Però nel Tutto c’è posto per tutto. A rigor di logica.

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