venerdì 7 ottobre 2022

Condannati ad essere

 


Ci riteniamo reali perché abbiamo un corpo e un carattere definibile. “Io sono colui che ha questo corpo e questa mente. Anzi, io sono questo corpo e questa mente/io”. Perché in realtà non abbiamo potuto scegliere. Belli o brutti, stupidi o intelligenti, dobbiamo accettare tutto, e se ci è andata male, se abbiamo qualche handicap o difetto, ce li dobbiamo tenere, senza sapere chi ringraziare o incolpare. Forse, qualche volta, abbiamo detto ai nostri genitori o a Dio: “Potevate lasciarmi là dove ero!”

Ma la verità è che non possiamo farci nulla. Dobbiamo tenerci ciò che ci è capitato di essere. E solo la morte ci farà non essere o non essere in un certo modo.

Sì, qualche volta sogniamo di essere qualcun altro, qualcuno che invidiamo. Ma non possiamo non essere ciò che siamo, se non in minima parte.

La retorica di essere migliori o diversi rimane una semplice illusione, un sogno.

Se dunque le cose ci vanno male e se soffriamo, vorremmo non essere lì e così, vorremmo che le cose fossero diverse… Ma non possiamo. Il Tutto ci ha voluto lì e così, e noi non sappiamo che fare per cambiare.

Insomma siamo condannati ad essere ciò che siamo.

Parlo di “condanna” perché non ci è mai stato chiesto nulla, nessun consenso. Dunque siamo costretti. Dunque partiamo col piede sbagliato.

Qualcuno dice che la vita è un dono. Ma anche questo è un fatto coercitivo. Un dono dev’essere preso così com’è. E se non ci piace? Possiamo buttarlo via o darlo a un altro?

Nel caso della vita, non possiamo. Dobbiamo tenercelo, che ci piaccia o no.

Quando perciò qualcuno ci dice che dovremo anche essere giudicati per come abbiamo gestito questo dono, io dico che è assurdo.

Siamo noi che dovremmo giudicare. E chiedere eventualmente un risarcimento.

Già, ma questo presuppone un Giudice supremo. E se non ci fosse nessun Dio?

A chi chiediamo il risarcimento? Al Tutto?

La nostra situazione è difficile.

I più non si chiedono nulla e accettano tutto. Fanno buon viso anche a cattivo gioco. Sono veramente eroici o stupidi. Non sanno accampare i loro diritti. O forse non sanno con chi protestare. Nessuno li ascolta.

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