domenica 30 ottobre 2022

Il dubbio

 

Moderazione e dubbio costante: ecco il fondamento dell’intelligenza”

Epicarmo

 

              Di solito, se dobbiamo compiere una scelta, pensiamo ai vantaggi in termini di denaro o di posizione sociale, oppure in termini di soddisfazione e di felicità personali. Ed è fondamentale seguire la propria strada, che è poi la via indicata dalla propria natura. Come diceva Cornelio Nepote, “è il carattere ciò che determina il destino di ciascuno.” Accettare un lavoro o un incarico che ci farà star male per tutta la vita è certamente un errore che si pagherà caro. Abbiamo un’unica esistenza e non possiamo sprecarla.

 

“Nulla mi è sicuro, tranne ciò che è incerto”

François Villon

 

              Quando si devono prendere decisioni importanti, è naturale che si scelga in base al proprio interesse. Ma qual è il proprio interesse? E come decidere? Se restiamo ancorati alla mente razionale e ad un calcolo utilitaristico dei pro e dei contro, è facile sbagliarsi. Quale strada prendere? Non è semplice compiere una scelta quando siamo turbati da dubbi e da ansie. Anzi, a volte decidiamo solo per uscire da uno stato di incertezza che ci tormenta. E, invece , sarebbe meglio stare a lungo presenti nell'ansia e nel dubbio, in modo che la decisione non venga da un atto della volontà razionale, ma dal nostro essere più profondo. Non sempre, infatti, l'interesse utilitaristico del momento soddisfa le nostre più autentiche esigenze. Scriveva a questo proposito Tito Livio: “Le decisioni impetuose e audaci in un primo momento riempiono di entusiasmo, ma sono poi difficili da eseguire e disastrose nei risultati”.

Non dobbiamo pensare solo a quello che possiamo ricavarne, ma anche a quale soddisfazione possiamo trarne a lungo termine e a che cosa possiamo offrire a noi stessi e agli altri. Quella è la nostra vera strada - una via che fa coincidere l'interesse personale con l'interesse generale.

 

“Se un uomo non si domanda: ‘Che cosa devo fare? Che cosa devo fare?’, in verità non so che farmene di un individuo del genere”

Confucio

 

              Ciò significa che dobbiamo conoscere noi stessi, dobbiamo sapere quali sono le nostre capacità e i nostri limiti. La vita è breve e non è facile trovare la possibilità di rimediare a gravi errori. Non dobbiamo ascoltare le voci di persone che dicono di volerci bene ma che non ci conoscono a fondo o che ci consigliano nel loro interesse. Non dobbiamo neppure ascoltare le sirene della pubblicità o del sentito dire. “Oggi è bene far questo… oggi è bene prendere questa strada…” Ma se noi non siamo fatti per quella strada, non è il caso di seguirla. Saremo comunqu infelici o mediocri. Dobbiamo sempre mirare a quel minimo di serenità che è necessario per vivere.

 

“Quando mi capita di ridere, di scherzare, di giocare, allora mi sento uomo”

Plinio il giovane

 

 

              Il compito che ci attende nella vita è impiegare al massimo le nostre risorse, dar fondo alle nostre possibilità, utilizzare i nostri talenti, cercare ciò per cui siamo nati. Se ci sentiamo portati per la musica, è sbagliato mettersi a lavorare in banca. Se abbiamo una predilezione per le lettere, è sbagliato fare l’ingegnere. In certi casi, è necessario armonizzare opposte esigenze, ma anche questo deve rientrare nella nostra natura. Quando si presenta una buona occasione, è inevitabile indugiare.

 

“Non tutti possiamo tutto”

Virgilio

 

              Avere dubbi dovrebbe dunque significare stare ben attenti, essere sensibili e cercare di capire per che cosa e per chi siamo fatti. Nel campo del lavoro e nel campo dell’amore, la scelta sbagliata si paga con l’infelicità, con il fallimento della nostra stessa esistenza. Il mondo è pieno di individui che sono frustrati e si sentono falliti perché non conoscevano se stessi, perché hanno dato ascolto alle persone sbagliate, perché nel momento decisivo è mancata loro la sensibilità giusta. “Dubitare di se stesso è il primo segno dell’intelligenza” diceva Ugo Ojetti.

              Il dubbio deve essere un momento in cui facciamo i conti con noi stessi e con le nostre esigenze, senza per questo dimenticarci del contesto, delle persone care e dell’interesse generale. Può darsi che qualcuno debba sacrificarsi per il bene collettivo, ma, se lo fa in piena consapevolezza, già questo è un premio: avrà comunque seguito la sua più autentica natura, la sua parte più nobile. “Il dubbio è un omaggio alla speranza” scriveva Lautrémont.

              Certo il dubbio comporta una qualche fatica, un minimo di ragionamento, un periodo d’incertezza e una buona dose di umiltà – stati d’animo che non tutti riescono a sostenere. Per alcuni, come per lo zar Pietro I, “l’indugio è simile alla morte”.

 

“L’irresoluto mio dubbioso cuore”

Torquato Tasso, Gerusalemme liberata

 

Ma, comunque sia, il dubbio ci rende più consapevoli. Perché, secondo quanto dice un proverbio spagnolo, “delle cose più sicure, la più sicura è dubitare”.

Diverso è il caso di chi non sa che pesci pigliare, di chi tentenna, di chi è sempre indeciso. Un comportamento del genere rivela una debolezza del carattere, qualche problema irrisolto o un blocco psicologico. “Nulla è più pietoso al mondo di un uomo irresoluto che ondeggia fra due sentimenti” osservava Arturo Graf.

Una simile persona deve cercare di approfondire i motivi della sua impasse. Può chiedere aiuto, ma non deve aspettarsi che qualcuno possa decidere per lei. Questo sarebbe la prova che non si è potuta formare una chiara personalità e che è il caso che consulti un amico o uno psicologo. Come sosteneva Lichtenberg, “il dubbio non deve essere niente più che attenzione, altrimenti può diventare pericoloso”.

 

 

 

 

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