È incredibile quanto poco gli esseri umani vogliano conoscere se
stessi. Magari impiegano anni per studiare una disciplina o un mestiere, ma non
sembrano interessati a conoscere come e perché si trovino su questa astronave
che viaggia nello spazio-tempo. Dicono che, comunque, non arriveranno mai a una
risposta certa.
Ma non è vero. Sono le religioni e le filosofie che hanno confuso loro
le idee.
La nostra identità ultima non è quella attuale legata al corpo e
alla coscienza, e neppure una fantomatica anima fatta di puro spirito, ma
quella che realizzeremo quando queste idee e queste dighe cesseranno di esistere
e l’acqua dilagherà libera, senza strozzature, al di là dell’essere e del non
essere.
Ci sembra di non poter capire uno stato del genere. E in effetti
non possiamo coglierlo con una mente dualistica e dissociata, che ama miti e
favole.
Lasciamo perdere. Ci basta osservare, ci basta percepire il senso
dell’essere… E poi lasciarlo perdere. Noi siamo ciò che c’era prima, uno stato
che non nasce, non muore e c’è sempre.
Nessun commento:
Posta un commento