mercoledì 5 febbraio 2014

La donna nella religione

Non è giusto mettere sullo stesso piano aborto ed eutanasia. Non è giusto preoccuparsi soltanto dell'inizio e della fine della vita dimenticandosi quello che c'è in mezzo; lo dice perfino il neosegretario della Conferenza episcopale italiana, Nunzio Galantino: "La vita va difesa in tutta la sua interezza, non dicendo solo no all'aborto o all'eutanasia". Alleluia! E aggiunge anche che non ha senso dare soldi alla scuola privata se si tolgono alla scuola pubblica. Alleluia!
Se non si opera a favore di una famiglia agevolata nei vari servizi sociali, se non ci si preoccupa delle condizioni del lavoro, che senso ha gettare la croce (è proprio il caso di dirlo) su una povera donna che non se la sente di portare avanti una gravidanza o che magari è stata violentata?
Che cos'è la donna? Un contenitore vuoto che deve accettare qualunque cosa, una macchina riproduttiva senza anima? È questa l'idea che ha la Chiesa della donna? Un'idea equiparabile a quella dei tanti autori di femminicidi e di violenze fisiche sul corpo femminile.
D'altronde, se la donna è considerata un essere inferiore, qual è la responsabilità della Chiesa? Perché ancora oggi i Papi si ostinano ad escluderla dal sacerdozio? Perché continuano a concepire Dio come un Padre, cioè un maschio? Se questa è la mentalità della Chiesa, figuriamoci quella del popolo.
Diciamoci la verità: nella nostra società maschilista, Gesù non avrebbe mai potuto essere una donna! Il Salvatore doveva essere un maschio. E qui c'è tutta l'arretratezza culturale e morale di queste antiche ed antiquate religioni che continuano purtroppo a dominare le menti della maggior parte degli uomini.

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