Il Moloch che ci governa, lo Stato-Chiesa o la Chiesa-Stato, ha deciso di costruire il mito di un papa santo. Impresa non difficile visto che Wojtyla era già un idolo televisivo. Ma molto istruttiva se si pensa che questo papa è stato un oscurantista che ha riportato la Chiesa indietro di qualche secolo.
In che modo si costruisce oggi un mito? Con la televisione. Dedicando, proprio come oggi, un'intera giornata ad una cerimonia di beatificazione. Non importa che i miracoli addotti siano risibili, non importa che la realtà sia stata tutto il contrario: quella di un papa che ha lottato contro la modernità e la razionalità.
Ciò che importa è il tam tam pubblicitario, la continua esposizione radio-televisiva, lo spettacolo e sopratutto la ripetitività, l'insistenza.
Con simili mezzi si può costruire il mito di chiunque.
Già alla morte di Wojtyla abbiamo assistito a questa isteria collettiva, alla manipolazione agiografica, all'esaltazione spropositata. La ragione, la misura, il gusto, l'equilibrio...tutto questo viene messo da parte. Trionfa il tronfio, il magniloquente, il racconto più o meno fantastico, in una parola il mito.
Tutto questo ci deve creare gravi sospetti sui santi precedenti. Ma ci fa anche capire che, nelle società moderne, il nuovo dispotismo non ha più bisogno dei rozzi mezzi di una volta. Bastano le televisioni e gli altri mass-media. Sono loro la fabbrica dei nuovi miti.
Con questi strumenti si può imporre qualunque idea, e si può costringere il popolo idolatra a "credere, obbedire e combattere".
Insomma, l'unico strumento a nostra disposizione resta il senso critico - e il telecomando.
Ma un popolo abituato dalla sua religione ad idolatrare l'uomo della provvidenza, il carismatico, è prediposto più di altri a farsi condizionare...e infinocchiare.
Leggendo l'articolo mi è venuto in mente il racconto di Gurdjieff in cui un pastore, per evitare che le pecore fuggissero, ricorse a un mago che le ipnotizzò convincendole di essere libere.
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