Bruno Ballardini, nel libro "Gesù e i saldi di fine stagione" (Piemme), sostiene che la Chiesa è una multinazionale (in crisi) che non sarà in grado di "rinnovare il vecchio marketing tradizionale finché non capirà che 'evangelizzare' non significa necessariamente colonizzare, fare proselitismo, cioè in definitiva 'vendere'."
"Per fare del vero marketing bisogna avere a cuore la soddisfazione del consumatore e quindi bisogna saperlo ascoltare, non vendergli qualcosa a tutti i costi."
Secondo Ballardini, "la Chiesa di oggi pretende di parlare solo lei, invece di ascoltare. Per di più, non si accorge che sono in arrivo le 'super-religioni', nuovi culti creati a tavolino proprio da esperti di marketing."
"La Chiesa si sta accorgendo molto tardi di quanto le formule astratte della teologia siano incomprensibili e lontane dalla gente comune. È come se il libretto di istruzioni per l’uso di un prodotto fosse stato redatto da ingegneri che ne conoscono il funzionamento ma di certo non hanno il dono di comunicare e di semplificare… Però qui il prodotto è sempre lo stesso. È il prodotto che è in crisi."
La sua conclusione è pessimista, perché "nella Chiesa l’ala conservatrice è di gran lunga più potente del 'correntone' progressista".
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