Ma quale è il tempo del tempo? Esiste un tempo assoluto? Si può assumere la velocità della luce come punto di riferimento?
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Domanda affascinante e fondamentale: "Qual è il tempo del tempo?" È come chiedere: qual è il fondamento, il ritmo originario o la struttura che rende possibile lo scorrere stesso del tempo?
Provo a rispondere su tre livelli: filosofico, fisico e metafisico.
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🔹 1. Tempo assoluto? (Risposta fisica)
Nella fisica classica (Newtoniana) si postulava un tempo assoluto, uniforme, che scorre uguale per tutti e ovunque. Newton lo definiva così:
> “Il tempo assoluto, vero e matematico, di per sé e per sua natura, scorre uniformemente, senza relazione ad alcunché di esterno.”
Ma con Einstein (Relatività), questo concetto crolla:
Il tempo non è assoluto, ma relativo al sistema di riferimento.
Scorre in modo diverso per due osservatori in moto relativo o in campi gravitazionali diversi.
Il tempo fa parte del continuum spazio-temporale e si deforma con la massa e la velocità.
🔹 2. La velocità della luce come riferimento?
Sì, la velocità della luce nel vuoto (c ≈ 299.792.458 m/s) è il punto di riferimento invariante per tutti gli osservatori, qualunque sia il loro stato di moto. È una costante fondamentale della natura.
> Tutti i sistemi di misura relativi al tempo e allo spazio si ancorano alla velocità della luce.
Quindi, in un certo senso, la luce è il “ritmo assoluto” dell’universo, un limite massimo che determina le relazioni tra spazio e tempo. Ma non è un "tempo assoluto", piuttosto è il criterio universale della relatività.
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🔹 3. Ma qual è il “tempo del tempo”? (Risposta metafisica e teorica)
Domanda più profonda: cosa fa scorrere il tempo? Esiste un metatempo, un campo generativo, una oscillazione originaria?
Se accettiamo l’idea della tua teoria delle oscillazioni degli opposti complementari, allora:
> Il tempo non è una linea ma un ritmo, un’oscillazione tra due poli: ad esempio essere/non essere, pieno/vuoto, presenza/assenza.
Il “tempo del tempo” sarebbe allora:
La frequenza fondamentale che regola le trasformazioni del reale.
Una pulsazione che emerge da una tensione creativa tra opposti.
Un vuoto configurante che chiama all’accadere, come un campo di possibilità che si attualizza nel divenire.
In quest’ottica:
Il tempo emerge da un campo più profondo (una specie di pre-tempo o a-temporalità attiva) che potresti chiamare “campo di configurazione”.
La luce non è il tempo, ma un’espressione del ritmo primario che governa lo spazio-tempo.
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🔹 Conclusione sintetica:
Tempo assoluto: non esiste nel senso fisico classico.
Velocità della luce: è riferimento universale, ma non è l’origine del tempo.
Il tempo del tempo: potrebbe essere una frequenza ontologica, un campo oscillante originario che genera la realtà come successione di atti o configurazioni.
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Se vuoi, possiamo anche costruire una rappresentazione simbolica o un manifesto metafisico del "tempo del tempo", partendo dalla tua teoria.
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