venerdì 15 marzo 2024

Niente di nuovo sotto il sole

 

Nihil novi sub sole

Ci arrabattiamo tanto con fedi, religioni, filosofie, dubbi e mitologie, ma se mettiamo insieme tre leggi della fisica, abbiamo una descrizione del funzionamento del tutto. Tralasciando il fatto che si applicano a campi diversi della fisica, applichiamole anche al mondo della mente (o mondo interiore) e al mondo degli eventi. Le tre leggi sono: la terza legge di Newton, la legge di Coulomb e la prima legge della termodinamica.

La prima dice: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale (per intensità, per carica) ma opposta per direzione (o senso).

La seconda dice: gli opposti si attraggono e gli uguali si respingono.

La terza dice: nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.

 

Se applichiamo queste leggi ad ogni aspetto del mondo, scopriamo non solo che sono collegate, ma anche che ci spiegano come è fatto il mondo. In particolare ci dicono perché la struttura basilare di tutto è ciò che chiamiamo diade. Come è fatta una diade? Da due forze che si attraggono perché sono opposte (per direzione o senso), ma che si respingono perché hanno la stessa intensità o carica. Una perfetta contraddizione.

Comunque dobbiamo pensare che il mondo non è linearmente logico come lo intendiamo noi (rispondendo al principio di non contraddizione), ma basato sulla contraddizione antinomica. In altri termini, le cose stanno insieme in quanto sono opposte, ma si respingono perché sono uguali. Il che ci descrive l’ambiguità delle cose, che sono e non sono nello stesso tempo.

Per esempio, l’amore e l’odio stanno insieme perché sono forze opposte (come il bene e il male, il freddo e il caldo, il maschile e il femminile, ecc.), ma si respingono perché sono uguali per carica o intensità (si contrappongono o “litigano” di continuo).

Non sappiamo dire quale sia l’azione e quale la reazione, in quanto il movimento è oscillatorio e ciclico, cioè è un processo, non un ente, e i due poli si scambiano continuamente i ruoli. Il tutto è ben rappresentato dall’antico simbolo dinamico dello yang/yin, che vede due polarità unite in un unico ciclo, ma contrapposte per senso. È questo schema che dà dinamismo al mondo, il quale è composto da diadi che rappresentano spinte e controspinte, e che tengono in equilibrio l’architettura cosmica.

Le spinte e controspinte devono bilanciarsi, pur variando nelle proporzioni delle due polarità, ma nessuna delle due può prevalere o essere sconfitta completamente, pena il collasso della diade. In sostanza, è il principio dell’equilibrio dinamico. Da notare che questo schema si ripete sia in diadi diverse sia all’interno della stessa diade. Ossia, siamo divisi nell’unità e uniti nella diversità. Concordi nella discordia, ma discordi nella concordia: come le coppie umane.

La prova? Ogni uomo è diviso sia dagli altri uomini sia in se stesso (con due emisferi cerebrali e la differenziazione tra sé e sé, che è all’origine della coscienza e della contrapposizione fra conscio e inconscio). Non si sfugge allo schema della diade, che si trova in infinite antinomie dinamiche, come pressione e decompressione, aumento e diminuzione, crescita e decrescita, premere e tirare, aprire e chiudere… tutto duale, tutto a coppie.

I verbi aprire e chiudere mi ricordano le porte e le finestre. Ma nessuno le tiene sempre aperte o chiuse: non servirebbero a niente. Le porte e le finestre a questo servono: ad aprire e a chiudere. Sono oggetti che esprimono funzioni, movimenti. Come i portali moderni, che servono ad entrare e/o ad uscire dai siti internet. A dividere o a unire.

Ma noi non inventiamo mai niente di nuovo: ci limitiamo a dare nuove funzioni a cose vecchie. I portali sono sempre esistiti: solo che un tempo erano materiali. Così, quando le teorie scientifiche usano termini come inizio o fine, nulla o tutto, vuoto o pieno, ecc., che esistono da millenni, da quando è nato il linguaggio-pensiero umano, non inventano nulla di nuovo, ma esprimono con concetti vecchi funzioni nuove.

Sono ben poche le vere invenzioni di cose nuove, perché per inventare cose nuove, occorrono pensieri e concetti nuovi. E, quando appaiono i pensieri, i concetti e le parole veramente nuove, appaiono le cose che non sono ancora esistite, ma erano comunque già presenti nel campo delle possibilità. Anche l’idea che il pensiero possa influire sulla materia (fisica quantistica) è vecchio quanto il mondo.

Ci hanno provato tutti: gli stregoni, gli sciamani, i maghi, gli yoghi, i profeti… solo che non avevano ancora i mezzi. Ma la fisica quantistica ha finalmente dato corpo a vecchi sogni, così come le “macchine volanti” moderne erano state sognate per millenni da civiltà antiche. Ricordiamo, fra parentesi, i disegni su certi monumenti antichi, le fantasie del volo umano, il “mondo dei sogni” degli aborigeni australiani, le figure delle civiltà precolombiane, le fantasie del Ramayana indù, i prodigi delle favole, ecc. Era già tutto nel mondo delle possibilità, nella nuvola delle potenzialità.

Lo stesso concetto di diade ha radici nell’antica filosofia greca e nelle antiche filosofie indiana e cinese. Il simbolo dello yang/yin viene dall’antico Taoismo cinese.

Anch’io non invento nulla: rimoderno.

Nessun commento:

Posta un commento