Sembra che ci
sia un allineamento eccezionalmente negativo di astri. Fatto sta che sta
succedendo di tutto: epidemie, guerre, carestie, crisi economiche, siccità,
arrivo di cavallette e quant’altro. Che cosa succede?
Niente di
particolare: il mondo è stato fatto per essere sempre in crisi, gli uomini sono
stati fatti per combattersi sempre a vicenda, ci sono sempre stati periodi di
siccità e periodi di glaciazioni, gli animali si sono sempre estinti, i
continenti sono sempre stati in movimento, il clima è sempre cambiato, l’odio
si è sempre contrapposto all’amore, il bene al male, la guerra alla pace, la
distruzione alla costruzione, l’esistenza umana è sempre durata poco, è sempre
stata minacciata da malattie, invecchiamento e morte precoce.
Chissà perché
(o forse proprio a causa di questa instabilità), gli uomini hanno sempre
creduto agli dei, ma anche qui non sono mai mancate contese, battaglie, tradimenti,
cambiamenti e apocalissi. E morti.
Qualcuno
ricorda che il termine “apocalisse” significa anche “rivelazione”. Ma che cosa
ci viene rivelato? Che il mondo è sempre in sofferenza, che tutto cambia, che
nessuno ci protegge.
Ciononostante,
noi siamo attaccati a tutto - alla vita, ai nostri cari a noi stessi.
Situazione
tragica, perché siamo attaccati a ciò che sicuramente perderemo. Dunque, non
c’è tempo da perdere per capire qualcosa:
Oggi stesso lo sforzo va compiuto
Domani, chi lo sa? Può venire la morte.
Con la morte non può esserci alcun patto
Che ci salvi da lei e dalle sue orde. (Buddha)
Ma chi cerca di
capire? I più vivono senza chiedersi niente o accettando ciò che dicono gli
altri. Non si può dire che, tranne qualche eccezione, gli uomini, pur immersi
in un mistero, si preoccupino di cercare spiegazioni.
Per lo più,
credono che le cose miglioreranno, accontentandosi di un “piaceruzzo oggi e di
un piaceruzzo domani”, dominati dagli istinti e dalle illusioni. Per il resto
non si chiedono altro. Non vedono avvicinarsi la vecchiaia e la morte. Si
credono immortali, come gli dei che si sono inventati.
Il fatto è che
non si sa come vedere in modo distaccato, oggettivo. Quasi sempre ci si avvicina
alle cose con un senso di possesso o di
rifiuto. Con il risultato che non si vedono le cose, ma i nostri rapporti con
le cose.
Bisogna
imparare a vedere i fenomeni e la nostra mente per quelli che sono, senza interferenze,
contaminazioni o interpretazioni o almeno consapevoli dei nostri
condizionamenti. Ma questo modo di vedere non è né filosofia né religione. È
meditazione.