giovedì 9 febbraio 2012
Meditare i sentimenti
Quando ci si domanda perché i matrimoni siano in crisi, perché aumentino separazioni e divorzi, la risposta non può che essere una sola: perché non si meditano i sentimenti. Che cosa significa meditare i sentimenti? Significa custodirli dentro di sé, soppesarli, assaporarli e approfondirli. Perché il problema dell'uomo moderno è che fa tutto in fretta, tra un'occupazione e l'altra, tra un impegno e l'altro. E così i suoi sentimenti sono superficiali, immaturi, fragili; non hanno radici. E, quando non hanno radici, alla prima crisi, al primo vento colpo di vento, volano via. Anche l'amore rientra in questo quadro: il primo sentimento nasce spontaneamente e già si dà per scontato che sia un grande amore. Ma ancora non ci si conosce l'un l'altro e soprattutto non si conosce se stessi; e chi non conosce se stesso come può capire l'altro? Vivendo superficialmente, si ama superficialmente, come se l'amore fosse un bene di consumo, come se fosse facile trovarlo... magari al supermercato. E questa l'impressione che danno le grandi star internazionali che, dopo ogni rottura, nel giro di pochi giorni o di poche settimane, trovano un nuovo amore. Credetemi, non è possibile, perché l'amore non è governato dalle leggi del consumo e dello star system. L'amore è ancora governato da leggi ataviche, primordiali, è voluto più dal cielo che dalla terra. E dunque, una volta tanto, concentriamoci su questo raro prodigio, su questo fiore che sboccia spontaneamente dentro di noi. Meditiamolo a lungo, per apprezzarlo. Poi coltiviamolo, assistiamolo quando c'è la tempesta o la siccità. E serbiamolo nel cuore per farlo crescere robusto. Se il vero amore è riconoscere l'anima di un altro, siamo sicuri di poterlo fare tra il rumore e la confusione di tutti i giorni?
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