venerdì 14 ottobre 2011
Felicità e serenità
Un mio libro che è stato scritto nel 1997 e che continua a essere ristampato s'intitola L'arte della serenità. Insomma non un best-seller ma un long-seller, come dice l'Editore. L'avevo intitolato così, e non L'arte della felicità, perché mi pareva troppo pretenzioso voler scrivere addirittura un manuale sul come essere felici. Chi può darci dei consigli sul come essere felici? E come fare a essere felici senza essere anche infelici? La saggezza infatti ci spinge a cercare, più che un sentimento passionale come la felicità, uno stato d'animo più pacato, la serenità. La felicità non è controllabile e dipende in gran parte da circostanze esterne. La serenità invece è qualcosa su cui si può lavorare. Inoltre, quando le cose ci vanno male, è possibile essere sereni, ma non è possibile essere felici. Forse la serenità è un poco più grigia, ma in tempi duri è un bene prezioso. Certo, la felicità è un'altra cosa, però ha un grande difetto. Quando se ne va - e in genere dura poco - lascia una grande sofferenza. Nel mondo duale in cui viviamo raggiungere un picco significa prima o poi dover discendere in un baratro. Meglio allora tenersi a mezza altezza, né troppo esaltati né troppo depressi. Una via di mezzo. Questa è la serenità: la capacità di barcamenarsi tra gli opposti, mantenere l'equilibrio. Il che non significa respingere la felicità quando arriva; significa piuttosto non perdere il senso della realtà. E già questo è uno strumento per non perdersi.
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