Nei monasteri zen, ogni tanto si suona una campana per richiamare tutti alla consapevolezza. Nella nostra vita quotidiana, la mente lavora in continuazione per risolvere problemi pratici e per mille altri motivi. Ma non per essere consapevoli. Ed ecco allora l’utilità di qualche strumento per ricordarci non di pensare a questo o quel problema, ma di essere presenti – di essere semplicemente presenti qui e ora.
Per chi vuol meditare, è necessario un richiamo del genere più volte in una giornata. Per ricordarcene, si può stabilire qualche regola: per esempio ogni ora, ogni due ore o in determinati orari. Oppure dopo ogni telefonata, o prima di ogni pasto, ecc. Insomma, praticare la presenza mentale non durante una meditazione formale, magari anche lunga, ma più volte.
Ecco che suona la campana. E io smetto per un po’ di fare e di pensare qualunque cosa, e mi metto a essere consapevole di essere...Sono qui, sono vivo, sono presente e sono consapevole. E questa consapevolezza fa di me ciò che sono.
È anche una forma di decantazione, di purificazione, di chiarificazione, di sviluppo della coscienza.
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