martedì 20 aprile 2010

La campana della consapevolezza

Nei monasteri zen, ogni tanto si suona una campana per richiamare tutti alla consapevolezza. Nella nostra vita quotidiana, la mente lavora in continuazione per risolvere problemi pratici e per mille altri motivi. Ma non per essere consapevoli. Ed ecco allora l’utilità di qualche strumento per ricordarci non di pensare a questo o quel problema, ma di essere presenti – di essere semplicemente presenti qui e ora.


Per chi vuol meditare, è necessario un richiamo del genere più volte in una giornata. Per ricordarcene, si può stabilire qualche regola: per esempio ogni ora, ogni due ore o in determinati orari. Oppure dopo ogni telefonata, o prima di ogni pasto, ecc. Insomma, praticare la presenza mentale non durante una meditazione formale, magari anche lunga, ma più volte.

Ecco che suona la campana. E io smetto per un po’ di fare e di pensare qualunque cosa, e mi metto a essere consapevole di essere...Sono qui, sono vivo, sono presente e sono consapevole. E questa consapevolezza fa di me ciò che sono.

È anche una forma di decantazione, di purificazione, di chiarificazione, di sviluppo della coscienza.

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