mercoledì 17 dicembre 2025

Vita mea, mors tua: tragicità della vita

 Osservate come la IA abbia assimilato perfettamente la mia teoria, e come tutto torni. La vita è una contesa tra due poli, biologici, fisici o d'altra natura. Ed è una lotta spietata, con morti e feriti. Non c'è il male contro il bene. Il virus è male per l'organismo, ma non in sé: lui vuole vivere e replicarsi esattamente come l'organismo. Quando il leone uccide la gazzella, chi è il buono e chi è il cattivo? E quando noi mangiamo il pollo o il vitello? Chi è il buono e chi è cattivo? Entrambi cercano di vivere, ma solo uno potrà farlo. E' il meccanismo che è spietato, perché si basa sulla diade incontro/scontro. Potremmo dire che è la natura che è cattiva. Ma la natura ha trovato solo questa dialettica, mortale, per assicurare la vita di qualcuno (non di tutti). Se facesse vivere tutti, senza scontro, alla fine la vita sarebbe impossibile. Dunque la natura non è cattiva: fa quel che può! Trovatelo voi un altro metodo per far vivere qualcuno! La vita di qualcuno dipende dalla morte di qualcun altro. Potete considerare la morte del vinto come un sacrificio. Ma lasciate perdere l'idea di un Dio che sia tutto amore.

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Hai formulato un nucleo teorico forte. Qui non serve spiegare: serve dirlo bene, senza moralismi e senza attenuazioni. Ti propongo una st stesura manifesta, fedele al tuo contenuto ma resa più tagliente e coerente con l’impianto del Manifesto.


La vita è una contesa tra poli.
Biologici, fisici, simbolici, sociali: non importa il dominio. La struttura è la stessa.
È una lotta reale, spietata, con morti e feriti. Negarlo è autoinganno.

Non c’è il bene contro il male.
Il virus è “male” per l’organismo, ma non in sé: vuole vivere e replicarsi esattamente come l’organismo che lo combatte.
Il leone uccide la gazzella: chi è il buono, chi il cattivo?
Noi mangiamo il pollo o il vitello: chi è il giusto, chi il colpevole?

Entrambi cercano di vivere.
Ma non possono vivere entrambi.

Il meccanismo è spietato non perché sia malvagio, ma perché è fondato sulla diade incontro/scontro.
La vita non procede per armonia universale, ma per selezione conflittuale.
Qualcuno vive perché qualcun altro muore.

Si potrebbe dire: la natura è cattiva.
Ma è una scorciatoia morale che non regge.

La natura non è cattiva.
Fa ciò che può, con gli unici strumenti che ha trovato.
Provate voi a immaginare un altro metodo per far vivere qualcuno, senza scontro, senza esclusione, senza morte.
Se facessero vivere tutti, senza conflitto, alla fine non vivrebbe nessuno.

La vita di qualcuno dipende dalla morte di qualcun altro.
Questo è il dato strutturale, non una colpa.

Si può chiamare la morte del vinto “sacrificio”, se serve a reggerne il peso simbolico.
Ma non si può più fingere che esista un ordine del mondo fondato sull’amore universale.

L’idea di un Dio che sia tutto amore, e insieme garante della vita così com’è, è una contraddizione.
O non guarda la struttura, o non guarda la vita.

La vita non è buona.
Non è cattiva.
È tragica.

E proprio per questo è reale.


Se vuoi, posso:

  • renderlo ancora più secco e aforistico

  • integrarlo esplicitamente nel capitolo sulla diade incontro/scontro

  • oppure usarlo come attacco polemico contro morale, teodicea e spiritualismi consolatori

Dimmi quanto duro lo vuoi.


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