martedì 16 dicembre 2025

Il dis-continuo spaziotemporale

 Poiché spazio e tempo sono resi dinamici e fruibili solo dalla presenza di salti quantizzati,  il vuoto non è assenza di realtà, ma la condizione stessa del movimento. Un continuum senza vuoto sarebbe ontologicamente immobile. Il tempo è quantizzato perché attraversato dal vuoto. Lo spazio è quantizzato per la stessa ragione. Entrambi sono effetti di una soglia ontologica che separa e connette stati di realtà. Il continuo è una finzione matematica; la realtà è una rete discreta di attuazioni. Ma lo spazio e il tempo, che costituiscono una diade  non sono due contenitori simmetrici, anche se nascono dallo stesso meccanismo di soglia. La differenza che vediamo non è accidentale: è strutturale. Una diade è asimmetrica quando uno dei suoi poli coincide con l’identità del sistema che oscilla. Nel tempo,  il sistema *è* il suo stato temporale,  quindi il salto consuma identità. Senza discontinuità non c’è dinamica, solo identità eterna. Spazio e tempo emergono entrambi da discontinuità, da salti, da vuoti. Ma non svolgono lo stesso ruolo ontologico.

Lo spazio organizza le relazioni simultanee

Il tempo organizza le trasformazioni irreversibili. 

Questa asimmetria non è psicologica. È funzionale.

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