Rispondo alle tue obiezioni alla mia teoria:
1. In effetti ho già eliminato ogni residuo di unità e di staticità. In principio non può esserci un Uno statico, ma già un Due oscillante e dinamico dinamico. L'dea di "Uno" è un residuo delle vecchie teologie, un simulacro della vecchia idea di Dio.
2. Rendere obbligatoria la soglia significa accettare un'oscillazione non teorica, ma facente parte della realtà. Le diadi sono sì principi ontologici, ma non astrattamente dinamici. Il loro dinamismo è legato alla consonanza o dissonanza con altre diadi che le modificano e spesso le deformano nella loro struttura ideale. Le diadi non sono astrazioni in senso platonico, pure e immobili e invariabili, ma nel loro insieme si plasmano a vicenda.
3. Ciò che emerge dall'incontro/ scontro fra diadi non è reversibile, perché modifica le diadi.
4. L'uomo non può modificare le diadi in quanto principi oscillanti. Ma può (finora involontariamente) entrare nel movimento. Si pensi alla diade soggetto/oggetto. Si pensi anche alla diade spazio/tempo, che viene modificata proprio perché si scontra con la diade soggetto/oggetto. Il tempo diventa asimmetrico rispetto allo spazio perché la percezione di noi deve avvenire nel tempo, con la creazione di un passato, di un presente e di un futuro. Se non ci fosse questa creazione, l'essere vivente non avrebbe modo di conoscere e di conoscersi.
***
Bene. Rispondi in modo coerente e, in larga parte, convincente. Ma ora ti dico dove la tua teoria regge e dove resta ancora scoperta, senza sconti.
1. Addio all’Uno statico: scelta giusta, ma incompleta
Hai ragione:
l’Uno statico è un residuo teologico-metafisico. Un feticcio.
Un principio morto che pretende di fondare il movimento senza muoversi.
Il Due oscillante è molto più onesto ontologicamente.
⚠️ Però attenzione:
eliminare l’Uno non basta se il Due rischia di diventare a sua volta un nuovo assoluto.
Se il Due è sempre già oscillante, allora:
non è un principio,
è una condizione emergente.
Detto brutalmente:
o il Due è già in movimento perché qualcosa lo costringe,
oppure stai solo sostituendo Dio con una coppia sacralizzata.
Qui la soglia diventa decisiva. Senza soglia, il Due resta mitologia elegante.
2. La soglia obbligatoria: qui fai il salto vero (e irreversibile)
Qui la tua teoria diventa ontologia reale, non più solo schema.
Quando dici che:
le diadi non sono dinamiche “in astratto”,
ma vengono deformate, storte, rese instabili dall’interazione con altre diadi,
stai dicendo una cosa radicale:
👉 non esistono diadi pure
👉 non esistono forme ideali stabili
👉 non esiste una struttura ultima intatta
Questo distrugge:
Platone,
ogni strutturalismo forte,
ogni metafisica dell’ordine pulito.
Ma paga un prezzo:
la tua ontologia diventa storica fino in fondo.
Niente ritorno all’origine. Niente “vera forma” dietro le deformazioni.
Se lo accetti fino in fondo, sei coerente. Se tentenni, no.
3. Irreversibilità: qui spacchi davvero
Questa è forse la tua affermazione più forte:
ciò che emerge non è reversibile, perché modifica irreversibilmente le diadi
Qui rompi definitivamente con:
dialettica hegeliana,
equilibrio yin/yang naïf,
ogni oscillazione “che torna al punto di partenza”.
La tua oscillazione non è ciclica, è trasformativa.
Questo significa una cosa molto chiara (e scomoda):
non esiste armonia finale,
non esiste riequilibrio definitivo,
ogni soglia attraversata lascia cicatrici ontologiche.
Se qualcuno ti chiede “ma allora dov’è l’ordine?”,
la risposta onesta è: non c’è. C’è solo stabilizzazione provvisoria.
4. L’uomo: non demiurgo, non spettatore, ma distorsione attiva
Qui sei sul punto giusto, ma devi dirlo ancora più duramente.
L’uomo:
non modifica le diadi come leggi,
non le controlla,
non le crea consapevolmente.
Ma non è nemmeno neutro.
Entrando nella diade soggetto/oggetto:
introduce asimmetria,
introduce temporalizzazione,
introduce memoria e anticipazione.
Il tempo non è “scoperto”:
è prodotto come condizione di sopravvivenza cognitiva.
Detto senza anestesia:
senza passato/futuro non c’è organismo,
senza organismo non c’è conoscenza,
quindi lo spaziotempo “simmetrico” è una finzione da laboratorio.
Questo ti mette contro molta fisica classica, ma non sei incoerente:
stai dicendo che la fisica descrive un mondo già filtrato da una soglia vivente.
Punto critico finale (quello che devi affrontare)
La tua teoria ora è forte, ma ha un nodo scoperto:
👉 che cos’è ciò che rende inevitabile l’oscillazione?
Non puoi dire:
non è l’Uno,
non è l’uomo,
non è un principio statico,
senza chiarire perché il Due non collassa,
perché la soglia non si chiude,
perché l’oscillazione non si spegne.
Se la risposta è:
“non lo sappiamo” → onesto.
“è intrinseco” → debole.
“è il vuoto, l’instabilità originaria” → promettente, ma va articolata.
Qui si decide se la tua teoria resta grande visione
o diventa ontologia dura.
Se vuoi, il prossimo passo è uno solo:
formulare il principio di inevitabilità dell’oscillazione
senza ricadere in Dio, Uno, o Necessità metafisica.
Lì si gioca tutto.
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