mercoledì 7 settembre 2022

Il processo karmico

 

Il processo karmico

Quello che la nostra logica vorrebbe è che la responsabilità e le conseguenze fossero personali. Ma la realtà non opera così. Se io per esempio getto un mozzicone di sigaretta dal finestrino dell’auto e provoco un vasto incendio, le conseguenze ci saranno per tante persone coinvolte nell’incendio, ma non per me che sono ormai lontano e non so nemmeno di aver appiccato un incendio.

Così succede per quasi tutte le nostre azioni, che provocano conseguenze non solo individualmente ma anche collettivamente.

Se uccido accidentalmente una persona investendola con l’auto, ci saranno sì conseguenze per me (se denuncio il fatto e per la mia coscienza), ma ci saranno conseguenze per la vittima e per i suoi famigliari. Questo perché l’intreccio e le ripercussioni di un’azione sono sempre collettive,

Se io sono un dittatore che scatena una guerra, ci saranno conseguenze per migliaia di persone, ma magari nessuna per me, che continuerò a godere di ottima salute.

A noi questo non piace. Vorremmo che le conseguenze fossero immediate per il vero colpevole. Allora ci inventiamo un Dio che punirà il colpevole in un aldilà.

Ma la Totalità non ragiona così: ogni azione provoca reazioni a cascata su vittime innocenti, e raramente sul colpevole. Se si scatena un terremoto o un’inondazione con centinata di vittime, il vero colpevole - la natura o Dio - non pagherà niente.

Nella Totalità le azioni e le reazioni sono sempre collettive.

Quindi dobbiamo presumere che anche le colpe lo siano.

Abbiamo visto boia nazisti trasferirsi in Sudamerica e vivere tranquillamente. La verità è che tutti si sentono giustificati. E forse hanno ragione perché è la Totalità che li ha portati ad agire in un certo modo.

I condizionamenti sono infiniti ed ogni azione è prodotta dal tutto e agisce sul tutto. L’individuo dovrebbe essere consapevole del processo karmico da cui è prodotto, ma la sua coscienza è piccola e limitata.

Nessuno crea se stesso, ma è un prodotto della Totalità. Se nasce con una gamba storta non sarà colpa sua, ma del tutto. Come possiamo chiedergli di essere responsabile? È un oggetto fra gli altri.

L’unica cosa che potrà fare è diventarne consapevole. Col che trascende la semplice individualità ed entra in una nuova dimensione.

Si disidentifica dal corpo-mente e per la prima volta diventa un vero soggetto... impersonale.

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