lunedì 12 agosto 2013

L'età degli dei

Vi ricordate quante erano le divinità greco-romane? Decine e decine. Ad esse venivano eretti templi giganteschi, la gente vi si recava per chiedere grazie, il loro culto era sostenuto da classi di sacerdoti e molti uomini e donne credevano ciecamente a questi dei. Dove sono finiti? Ovviamente i templi sono crollati, i culti sono cambiati, le divinità hanno un altro nome, nuove classi di sacerdoti si sono affermate e tutto è diverso - o forse uguale. Non sono cambiate le caratteristiche umane, come la saggezza, la bontà, l'amore, la potenza, l'intelligenza, la bellezza, la bellicosità, ecc., nonché i loro contrari, di cui quegli dei erano rappresentazioni.
Pensiamo anche alle divinità dei maya o degli antichi egizi. Ad esse erano stati eretti templi, venivano dedicati sacrifici e classi di sacerdoti facevano da mediatori e da interpreti. La gente, come la solito, ci credeva, e prendeva tutto per vero, anche quando le lotte di potere tra sacerdoti e re portavano a cambiare i nomi e a sostituire un culto con un altro.
Oggi tutto è cambiato, ma in un certo senso tutto è rimasto uguale. Un dio si è sostituito a un altro. I templi e i rituali ci sono ancora. I sacerdoti sono ancora presenti e lottano sempre per il potere.
Nell'India antica, le classi sacerdotali (i brahmani) erano così potenti da sostenere che, senza di loro, neppure gli dei potevano operare.
Nel cristianesimo è cambiato poco. Le chiese si sono sostituite ai templi, e la casta sacerdotale è sempre presente e lotta per il potere. La gente in parte crede e in parte no. Ma partecipa ai rituali e adora sempre questa o quella divinità. Si dice che al culto degli dei si sia sostituito il monoteismo. Ma non è vero. Esistono almeno quattro dei maggiori: il padre, il figlio (identificato in un uomo), lo Spirito santo e la Madonna, che è l'aspetto femminile del divino. E poi ci sono un'infinità di pseudo-divinità di origine umana: i santi, tutti con il loro culto e i loro fedeli.
In Tibet, si credeva e si crede in quarantadue divinità "pacifiche" e in cinquantotto divinità "irate", tutte identificate da forme, colori, suoni, qualità, ecc, con le loro controparti femminili.
Insomma l'età degli dei non è mai finita, perché la mente umana è quella che è e ha ancora bisogno di credere a simili rappresentazioni. Ma quello che è certo è che, fra mille anni, ci saranno altri dei. altre altre chiese, altri sacerdoti, altri rituali e alti credenti.
Gli uomini non sono ancora maturi per superare simili credenze, e per arrivare a convincersi - come d'altronde si afferma in Tibet - che tutte queste divinità non sono altro che proiezioni della mente umana.

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