venerdì 26 ottobre 2012
L'orgasmo religioso
Fuorviati da millenni di religioni repressive, abbiamo sviluppato la convinzione che la sessualità sia il nemico numero uno della spiritualità. Niente di più falso. La sessualità, al contrario, è l'energia fondamentale dell'esistenza che, primo, non può essere eliminata e, secondo, è propria alla base anche della spiritualità. Provate a rimanere a lungo casti - e domandatevi se siete diventati più religiosi e spirituali, oppure semplicemente più indifferenti, freddi e avidi in altri campi. Sì, perché la repressione lavora in questo modo: quando ostacolate il sesso, la sua energia si sposta in qualche altro settore; e così per esempio si diventa più avidi di denaro, di potere o di cibo, oppure si sviluppa una dipendenza dalle comunità religiose (che proprio per questo vietano i rapporti sessuali). Se invece vi innamorate e fate sesso con la persona amata, alla fine vi sentirete molto più vicini al divino e capirete che cosa si intende per trascendenza. Da che mondo è mondo, la sessualità è stata usata come una metafora dell'unione con il divino; e non solo come metafora, ma anche come mezzo a disposizione dell'uomo per avere anticipazioni della trascendenza.
Ora utilizzate il rapporto sessuale proprio a questo scopo. Vi accorgerete che tutte le nostre idee di beatitudine e gioie paradisiache provengono dall'esperienza sessuale. In essa, infatti, non solo vi è un superamento del dualismo io-altro, non solo si raggiunge l'unione con un altro essere, ma si supera il senso dell'io-sé e del tempo. Nell'orgasmo in particolare scompaiono le divisioni, il tempo e la mente (è il modo più semplice per sperimentare il vuoto mentale). E si prova una grande gioia e un senso di liberazione che è ciò che contraddistingue le esperienze estatiche del misticismo e del samadhi. Senza questa esperienza, in realtà, non avremmo l'idea di un'estasi ultraterrena.
Oltretutto, se c'è un periodo in cui non si prova più nessun desiderio sessuale, è proprio il periodo che segue l'orgasmo. Non a caso esso è stato definito la "piccola morte" - ossia la morte gioiosa. Scompaiono i desideri e ci dimentichiamo di noi stessi e dei nostri limiti. Perché non c'è niente di meglio che terminare la vita con una morte gioiosa, accogliendo cioè la morte come un'esperienza di liberazione. Il che dimostra che non è la repressione sessuale che vi libera dal desiderio (i preti e i santi sono sempre ossessionati dal sesso), ma il suo soddifacimento profondo. Se reprimete semplicemente il sesso, ne devierete l'energia altrove. Se invece lo utilizzate consapevolmente, la vostra evoluzione ne sarà accelerata e la vostra mente si aprirà ad una comprensione della dimensione della trascendenza. Il punto è questo: non si trascende il sesso soffocandolo, ma comprendendolo.
D'altronde, che cos'è il Big Bang... se non un orgasmo cosmico?
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E' vero quello che scrivi, argomento che suscita riflessioni e contrasti ma ineludibile anche quando lo si elude
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