domenica 2 settembre 2012

La morte del cardinal Martini


E così il Cardinal Martini è morto con dignità, rifiutando l'accanimento terapeutico, quell'alimentazione forzata e quel sondino che i bigotti nostrani volevano imporre a tutti con una legge sul testamento biologico. D'altronde aveva scritto Martini: "Le nuove tecnologie che permettono interventi sempre più efficaci sul corpo umano richiedono un supplemento di saggezza per non prolungare i trattamenti quando ormai non giovano più alla persona".
Questione di buon senso, quel buon senso che manca ai clericali nostrani che vorrebbero impedire all'individuo ogni possibilità di scelta.
Lui ha potuto scegliere, ma Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro no.
E il padre di Eluana Englaro ha commentato: «L'eutanasia non c'entra, la sua è stata autodeterminazione. È il diritto di ognuno di poter dire: "non mi impedite di morire"».
Se però al cardinale fossero state inseriti sondini o macchine per la respirazione, si sarebbe trovato nella stessa situazione di Piergiorgio Welby o di Eluana Englaro.
L'insegnamento che ci viene da questa vicenda è sempre lo stesso: chi è importante, potente o ricco può scegliere, magari andando in qualche clinica Svizzera. Gli altri no. Pura ipocrisia.
Martini lascia un buon ricordo perché era un uomo capace di ascoltare e di rispettare le idee altrui, cose che i gli altri cardinali, vescovi e papi si sono dimenticati di fare, intenti solo a imporre le loro idee. Non per nulla, era stato emarginato in senso alla Chiesa.

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