Tutte le religioni predicano l'abbandono dell'egoismo. Ma nessuna sa come fare: magari consigliano di fare un po' di carità o di umiliarsi. Non è così. Questo è un modo semplicistico di vedere il problema.
Il mezzo migliore è diventare consapevoli, osservare. Mentre osservi con interesse qualcosa, in realtà ti dimentichi di te stesso, esci da te stesso, dal tuo ego. Per un po' non sei più te stesso, non pensi a te stesso e il tuo ego scompare. Dall'ego passi al non-ego. Miracoli della presenza mentale. Prova ad essere totalmente presente in qualcosa - dove finisce il tuo ingombrante ego?
Così facendo, ha anche un assaggio dell'illuminazione, che in realtà è un allargamento dei confini dell'ego.
A questo stato di dilatazione dei limiti corrisponde anche una condizione di non-sofferenza. Ecco perché si dice nel Dhammapada, l'importante opera buddhista, che "l'attenzione conduce all'immortalità, mentre i disattenti sono già come morti".
Fate esercizi di attenzione. Vedrete dilatarsi i confini dell'ego e tutto apparirà in una luce diversa.
Non a caso, con la morte, anche l'ego è destinato a dissolversi. Ma con questo non si dissolve l'essere; al contrario, si espande.
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