Ekagrata nello Yoga è la concentrazione su un unico oggetto, su un unico punto, e serve a riportare l'attenzione, ossia il flusso mentale, che di solito è discontinuo, fluttuante e in febbrile movimento, ad una certa stabilità. La mente infatti è come una scimmia che non sta mai ferma, che segue ogni distrazione e che è deformata da ogni condizionamento. Con l'ekagrata l'individuo finisce di essere in balia delle infinite distrazioni, delle passioni, degli automatismi mentali e di tutta quella attività dispersiva e confusa che caratterizza la nostra vita abituale e soprattutto la vita mentale.
Provate a fare una passeggiata e a rendervi conto delle fantasia e dei pensieri che attraversano di continuo la mente, trasportandola qua e là. Non solo la vostra attenzione è sempre dispersa, ma non siete neppure in contatto con l'ambiente esterno. In sostanza l'uomo è sempre in balia di sensazioni, pensieri, fantasie e ricordi su cui non ha il minimo controllo. Ma con l'ekagrata cerca di interrompere il flusso e di riacquistare un dominio su questa attività mentale, sensoriale e inconscia.
Il punto su cui concentrarsi può essere il centro della fronte, la punta del naso, il centro della visione mentale quando si chiudono gli occhi, il respiro, un oggetto luminoso o un qualsiasi punto da noi prescelto. Mentre ci si concentra su di esso, si governa l'attenzione e ci si rende insensibili alle distrazioni esterne.
L'ekagrata è dunque un primo tentativo di ridurre la dispersione mentale, di non essere dominati dagli automatismi psichici e di ridiventare padroni di noi stessi. Eseguire l'esercizio varie volte al giorno: chiudere gli occhi e concentrarsi, a casa, al lavoro, in treno, dappertutto. Migliorerà la capacità di attenzione e la lucidità mentale.
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