Studiando le religioni antiche, ci si meraviglia di come esse fossero fondate tutte sui sacrifici (di animali e di uomini). Così in India e così nel Vicino Oriente. In India si credeva che ad un sacrificio eseguito alla perfezione gli dei non potessero negare nulla. Ai tempi di Gesù, il tempio di Gerusalemme era appunto il luogo in cui si eseguivano questi sacrifici ‑ una specie di mattatoio; e al di fuori si faceva commercio degli animali da sacrificare; naturalmente più era importante la grazia da chiedere, più grande doveva essere l'animale e più bisognava pagare.
Anche il cristianesimo nasce in fondo dall'idea di sacrificio: Dio stesso che sacrifica una parte di sé. Viene quindi da chiedersi perché gli uomini abbiano sempre associato il sacro al sacrificio. Ancora oggi chi chiede qualche grazia a Dio, sente dentro di sé che deve sacrificare qualcosa.
La spiegazione di tale connessione sta evidentemente nel fatto che Dio, mentre viene ritenuto il creatore della vita, viene considerato anche colui che la vita la distrugge. Il Signore della vita e della morte. E proprio qui sta il nesso tra sacro e sacrificio. Dio viene concepito come un Pastore che faccia nascere ed allevi un branco di pecore.
Ora non si può dire che un pastore ami le pecore: le alleva per poterle mangiare. E se si vuole ingraziarsi un pastore, gli si dà un'altra percora da allevare, da ingrassare e da mangiare. Lo stesso si pensa di Dio: egli crea gli esseri viventi perché in realtà se ne nutre. Gli uomini sono per così dire il pasto di Dio. E per ingraziarsi un Essere del genere, quale migliore idea di offrirgli una vita da divorare?
Nelle mitologie indù e greco-romane, viene concretamente descritto il profumo delle vittime arrostite e l'affollarsi degli dei al sacro banchetto. Gli dei si nutrono delle vite degli esseri uccisi. Quando alla religione degli dei si sono sostituite le religioni monoteistiche, non c'è stato un cambiamento di sostanza. La sensibilità degli uomini resta sempre la stessa: Dio crea per divorare le sue creature. Questo è il suo divertimento, questo è il suo gioco, questo è il suo alimento.
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