La maggior parte di noi non si rende conto di passare gran parte del proprio tempo a rimuginare o a pensare qualcosa indotto dall'esterno o dalle nostre stesse fantasie. In effetti, è come se fossimo abitati da pensieri e stati d'animo, senza esserne noi i proprietari. In tal senso la nostra mente è in balia dell'esterno, degli altri, della società e del nostro stesso rimuginare. E, quando questo non succede, o per reagire a tale senso di alienzione, ecco che ci diamo a qualche attività di distrazione, come la televisione, le chiacchiere o i giochi di carte. Ma si tratta ancora di attività in cui evitiamo accuratamente di essere noi stessi, di appropriarci dei nostri pensieri e stati d'animo, di opporci al furto della nostra attenzione. Noi siamo noi che conduciamo il gioco, ma mille altri giocatori, molti dei quali sono ormai entrati dentro di noi e lavorano indisturbati. Giungiamo al punto che non siamo più in grado di restare un minuto in silenzio o di riflettere. Ovviamente la cosa diventa grave quando i pensieri o gli stati d'animo sono di tristezza, di depressione o di rimuginio. Perché allora non siamo più in grado di uscirne e di salvarci. Già rendersi conto di questa situazione è fare un passo avanti sulla strada dell'autonomia...e della salute. Diventare consapevoli che stiamo rimuginando e passare invece a una forma di esame attento e tranquillo di ciò che ci passa nella testa e nell'anima è un primo passo per limitare i danni, per dare uno stop, per recuperare il nostro equilibrio, per essere noi stessi.
Ad ogni momento della giornata, fermiamoci, osserviamo ciò che ci passa nella mente, prendiamo coscienza del nostro stato d'animo - e prendiamone le distanze. Questo semplice esercizio di allontanamento, di "presa di distanza", è un piccolo risveglio alla realtà e alla vita attuale. Usciamo dal mondo delle fantasie o del rimuginio mentale e riprendiamo possesso di noi stessi.
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