domenica 26 dicembre 2010

Aboliamo il Natale!

Alla vigilia di questa festa del consumismo che qualcuno chiama "Natale", che cosa rimane del messaggio di quell'uomo vissuto duemila anni fa? Poco o niente - un fallimento. Un fallimento inevitabile dato che oggi il cristiano non si distingue in nulla dal non-cristiano. Non ha una capacità di autocritica, non ha consapevolezza, non ha autocontrollo, non ha nessuna remora alla truffa dello Stato o all'uso della violenza. Basti vedere gli stessi membri della Chiesa, rabbiosi e avidi di potere, faziosi e sostenitori di politici affaristi. Non era questo il messaggio di Gesù.


Meglio abolire il Natale - per pudore!

Lo squallore del Natale, rito consumistico e consumatorio, è la diretta espressione di una Chiesa che non ha più niente da insegnare, ma molto da divorare. Non è sfuggito a nessuno il fatto che, mentre si tagliano i fondi alla scuola pubblica, si aumentano quelli alla scuola cattolica; e che mentre si licenziano i precari si assumono ventimila insegnanti di religione, cosa che ha dato il colpo di grazia al bilancio pubblico. E tutto questo perché? Per ottenere da parte del governo l'appoggio della Chiesa.

Questo è dunque il messaggio che ci arriva dall'etica cattolica: ci si allea con chiunque, si sostiene chiunque purché abbia soldi e paghi.

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