martedì 27 febbraio 2024

Le leggi della mente

 

Perché mai le leggi della fisica non potrebbero valere anche per la mente? Non sono forme di energia anche i pensieri, le percezioni, i sentimenti, le emozioni, le prese di coscienza, gli stati d’animo; non seguono anch’esse un moto pendolare o oscillatorio? Non diciamo che siamo caldi o freddi, non diciamo che siamo positivi o negativi, non diciamo che siamo carichi o scarichi, non diciamo che abbiamo o non abbiamo energia, non diciamo di essere attivi o passivi, non diciamo che agiamo o reagiamo, non diciamo che attraiamo o respingiamo, non diciamo che siamo pieni o vuoti, non diciamo che siamo in moto o in quiete, non diciamo che facciamo uno sforzo o non lo facciamo..? E non è tutto variabile, mutevole, contraddittorio, ambivalente, in armonia e in contesa?

Evidentemente, la struttura oscillatoria, vibratoria, ondulatoria è alla base del mondo esteriore e di quello interiore, che a loro volta sono complementari come in tutte le antinomie.

Certo, è più difficile misurare i moti interiori, ma essi sono ben evidenti in ciascuno di noi. Non c’è bisogno della matematica per sapere se sono felice o infelice, se amo o odio, se sento caldo o freddo, se sono pieno di speranza o disperato, se mi sento sano o malato, se le cose mi vanno bene o mi vanno male… mi riferisco a dati individuali, e quindi variabili, ma per me più “oggettivi” di un tavolo o di una sedia. La mia vita si svolge lì, più dentro che fuori. E non m’importa se non è misurabile: attraverso l’auto-coscienza, so benissimo che cosa sento e penso.

Il pendolo delle percezioni, delle sensazioni, dei pensieri, degli stati d’animo e degli eventi oscilla per me come per ogni atomo di materia, per ogni forza fisica o psichica. E, per prima cosa, osservo che la legge dell’azione/reazione opera anche nel mondo interiore a due livelli. Ha generato coppie antinomiche nel linguaggio-pensiero-sentimento e genera eventi dinamicamente contrapposti. Si dirà che gli eventi sono moti esteriori, ma noi avanziamo l’ipotesi che siano determinati sia da eventi esteriori sia da eventi interiori. Ed è qui che s’innesta la prevedibilità.

In breve, gli eventi che noi giudichiamo solo esteriori sono generati anche dagli stati d’animo. E questo perché il mondo è plasmato anche dal testimone osservatore. Teniamo infatti conto che l’uomo è già un’interfaccia tra spirito e materia. Ha un corpo fisico, ha un cervello fisico (per lo più duale), ma ha anche un mondo psichico (per lo più duale). Quindi ciò che lui vede o sperimenta è già condizionato e trasformato dai suoi sensi e dalla coscienza.

Ecco perché il sistema oscillatorio è presente dappertutto. Come ho già detto, la mente umana ha la capacità di influenzare attivamente la realtà attraverso il potere del pensiero. I pensieri non sono meri epifenomeni della mente, ma piuttosto vibrazioni energetiche in grado di interagire con il tessuto fondamentale dell’universo. Questa interazione sottolinea l’importanza della coscienza umana come agente attivo nella manifestazione della materia e negli eventi.

In tutte le culture del mondo esiste l’idea di una giustizia retributiva negli eventi o di un karma. Questa idea consiste nel pensare che, se facciamo del bene, ci verrà del bene e che, se facciamo del male, ci verrà del male. Ma questa è superstizione: per la legge dell’azione/reazione è esattamente il contrario. Se facciamo del bene (azione) susciteremo una reazione maligna, a noi o alle persone che ci stanno vicine. E, se facciamo del male, susciteremo un’azione benigna. Questo perché azione e reazione sono uguali, ma contrarie. In fisica, se io premo il suolo con un piede (azione), il suolo eserciterà una reazione uguale ma contraria sul mio piede.

Se non ci credete, invito tutti a fare attenzione, perché queste cose di solito ci sfuggono. Fate un’azione benefica (per esempio fate la carità a un povero) e mettetevi ad osservare la prima cosa che vi succederà: qualche incidente o qualche dolore o qualcosa che va storto. Voi obietterete che è un caso, ma il caso non esiste. Tutto è regolato da leggi implacabili.

Allora mi domanderete: devo fare del male per avere del bene? No, basta l’indifferenza, l’ignoranza. No, perché lo fai intenzionalmente, non succede. Il male non viene da qualche trasgressione o colpa, oppure perché – come pensava Voltaire – non facciamo il bene. Ma proprio perché facciamo il bene – mettendo al mondo il male. Volete una prova?

Ci sono dittatori che fanno morire o torturare migliaia o milioni di persone. Ma godono di ottima salute, dormono serenamente e vivono a lungo (se qualcuno non li ammazza prima). Alessandro, Cesare, Napoleone, Hitler, Mussolini, Gheddafi, Assad, Putin… non hanno avuto neanche un po’ di acidità di stomaco. Perché fare il male fa stare bene. Mentre fare il bene indebolisce. È vero che anche i cattivi muoiono ammazzati o vengono colpiti da qualche malattia, ma esattamente come tutti quanti o perché qualcuno si intromette nel loro destino (volontà contraria) – non perché abbiano fatto il male.

Io parlo delle reazioni a breve termine, non di quelle a lungo termine. Perché, a lungo termine, siamo tutti malati o morti. Non so se avete notato, ma la vita è quella cosa che finisce sempre male… forse perché è un bene (?!).

Così, ogni fortuna prevede una sfortuna, e viceversa. Gli eventi devono oscillare, come tutte le forze del mondo. Ogni successo prevede un insuccesso. Oscillare e alternarsi. Non c’è scampo. Lo conferma anche la legge delle probabilità: se getto una moneta, ci sono 50 probabilità che venga testa e 50 che venga croce. E perché mai? Perché mai questa divisione a metà fra le probabilità che compaiano le facce opposte della moneta? Ma perché sono i due aspetti uguali ma opposti di una stessa cosa.

Non è così per ogni forza, per ogni cosa? Perché abbiamo due cervelli. Perché abbiamo destra e sinistra, fisica, mentale e perfino politica? Perché la respirazione si compone di due moti uguali ma contrari? Perché il codice dei computer è binario: 1 o 0?

Non è perché l’azione (una delle due polarità) deve corrispondere a una reazione uguale e contraria (l’altra delle due)? E che cosa ha stabilito questa legge implacabile? Che cosa se non il dualismo oscillatorio, l’oscillazione simmetrica ma contraria? E perché questo principio non dovrebbe valere anche per i moti della mente e per gli eventi oggettivi/soggettivi?

Forse questo non vi piace, soprattutto quando parlo di bene e di male; ma, se non vi piace la forza di gravità, questa cesserà di agire? E chi vi ha messo in testa che l’idea balzana che il bene deve prevalere sul male? Se così fosse, si annichilerebbe anche il bene. La natura punta all’equilibrio fra i contrari, come le spinte e controspinte di un ponte: devono equivalersi e, se una delle due prevalesse, il ponte crollerebbe.

Quindi non ci sarà mai il prevalere di uno dei due opposti complementari. Questo può avvenire solo per tempi brevi (il pendolo oscilla), ma a lungo andare deve riformarsi una situazione di equilibrio. L’amore non può prevalere sull’odio, la concordia sulla discordia, l’attrazione sulla repulsione, ecc

L’universo è come un’enorme costruzione che si regge su spinte e controspinte che devono grosso modo essere uguali ma spingere in senso opposto. Altrimenti, il cosmo collasserebbe in un attimo.

Dunque, abituatevi a ragionare non con le lenti colorate di ciò che voi vorreste, ma di ciò che è. Anche perché le cose non sono affatto quelle che sembrano, ma mutano di continuo. Il bene nel male, l’alto nel basso, il vivo nel morto, l’essere col non-essere il forte nel debole, il bello nel brutto. Guardate questa bellissima donna come sarà a 90 anni! E questo bellissimo quadro non vi stuferà a lungo andare?

La volontà può cambiare entro certi limiti l’ampiezza delle oscillazioni, ma non a lungo andare. A lungo andare prevale l’equilibrio, il 50 per cento.

Voi direte che metto insieme cose diverse, ma il punto è proprio questo: le cose diverse, perché contrapposte diametralmente, stanno insieme. E tutte le cose - non gli oggetti, ma le forze - stanno sempre insieme. L’universo è un intrico di antinomie contrapposte, l’una collegata all’altra come i neuroni del cervello o le galassie nel cielo. Un intrico di cose che si contrappongono a cose che si contrappongono a cose che si contrappongono… Ogni antinomia si contrappone in sé e si collega con tutte le altre.

Certo, sarebbe bello poter dare delle misure precise di queste oscillazioni, come si fa per il mondo fisico con la matematica. E un giorno forse ci riusciremo. Ma, intanto, possiamo essere certi che la legge delle oscillazioni è sempre attiva e può cambiare e rovesciare le posizioni.

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