giovedì 28 dicembre 2023

L'agitazione universale

 

Esistere significa essere agitati. Se qualcosa non si fosse agitato, non ci sarebbero né la coscienza (sdoppiamento di sé) né il mondo (proiezione di sé).

Ecco dunque che appare un universo che è agitato per definizione. Tutto cambia, tutto si scontra, tutto cozza (contro gli altri e in sé), tutto esplode perché non può contenersi. Stelle, pianeti, galassie, buchi neri, comete, tutto brucia come se fosse attizzato da fiamme infernali.

In fondo la creazione è Dio che non può sopportare se stesso e ha bisogno di un diversivo.

Il mondo non è un luogo di pace; gli esseri viventi sono in guerra gli uni contro gli altri, per divorarsi a vicenda. È per questo che siamo sempre agitati da guerre e scontri sociali e interiori. Terremoti, inondazioni, incendi, tempeste, uragani, scontri fra corpi celesti… tutti i pianeti recano ancora i segni di cozzi apocalittici.

In questo caos, in questa guerra continua, l’uomo che cosa volete che faccia? Si agita anche lui, da mane a sera. Qualche idiota sostiene che bisogna vivere così: passando da un’attività all’altra, incontrando sempre nuove persone, accettando qualunque avventura, girando dappertutto, amando o odiando chiunque. L’importante è non dire mai di no, non scegliere, non pensare, non stare mai fermi, cambiare di continuo, girare dappertutto. “Do it for the plot” si dice in inglese. Cioè, costruisci la tua vita come se fosse l’avvincente trama di un romanzo, un colpo di scena dietro l’altro.

Bello, ma i colpi di scena non sono sempre piacevoli.

Se invece resti a casa, non facendo nulla, dicendo sempre no, isolandoti, non combinerai nulla. Fare qualcosa è meglio di non fare nulla.

Purtroppo, molti giovani di oggi sembrano aderire a questa ideologia. Fanno per fare, si muovono per muoversi, s’incontrano per non restare soli e si agitano senza concludere mai niente di significativo. Le storie ci sono, ma sono vuote, fasulle, tutte deludenti. E i protagonisti restano alla fine con un pugno di mosche.

No, ogni tanto bisogna fermarsi, magari soli, in silenzio e senza fare niente. Poiché siamo su un piano inclinato, i cambiamenti ci saranno comunque. Ma saranno guidati dal vostro sé più profondo, non dalle mode del momento.

Non agitatevi. Quando troverete la vostra vera natura, dimorerete stabilmente nel vostro essere e diventerete tranquilli Non dovete perdere voi stessi nelle mille attività del modo. Dovete ritrovavate il vostro centro, la vostra essenza.

Adesso, per esempio, sono quasi tutti in giro, a viaggiare, bere, mangiare, fare feste, ballare, incontrare nuove avventure.

Ma torneranno più felici, più tranquilli, o più nevrotici che mai?

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