lunedì 4 dicembre 2023

Il problema dell'attrazione

 

Hanno scoperto che ci piacciono le persone che assomigliano a noi o ai nostri genitori. Ma in realtà queste cose si sanno da secoli. L’amore scatta quando incontriamo qualcuno che assomiglia a nostra madre (se siamo maschi) e a nostro padre (se siamo femmine). Perché questi sono i nostri amori primari, che ci condizioneranno tutta la vita. Lo diceva anche Sigmund Freud.

Le persone opposte non ci attraggono. Basta fare un esperimento con delle fotografie: ci piaceranno quelle che assomigliano ai nostri genitori.

Del resto, incontriamo tante persone, ma non ci innamoriamo di tutte, ma solo di alcune. E questo è il motivo.

Dunque, non si scopre nulla di nuovo. Però, se ne parli alla gente, cascano dalle nuvole. E dicono che l’amore è un mistero. No, non è un mistero: è il condizionamento primario. Ed è visibile se osservi bene.

Tutti tendiamo a riprodurre una relazione che ci ha segnati all’origine. Anche qui non siamo liberi. Ti tocca amare tua madre o tuo padre anche se non l’hai deciso. E, se avevi un brutto rapporto con i tuoi genitori, lo avrai anche con i tuoi amori.

Inoltre, che ci piaccia o no, noi assomigliamo ai nostri genitori. E quindi è facile giungere alla conclusione che, in realtà, noi cerchiamo noi stessi!

E qui giungiamo al punto. È sempre per amore di sé, del Sé, che possiamo amare.

Ma anche questa non è una scoperta. Figuratevi che lo dicevano già le Upanishad centinaia di anni fa. Sentite e meditate queste parole:

 

"Non è per amore del marito che è caro il marito, ma per amore dell'Atman (il Sé= amore di sé) il marito è caro. Non è per amore della moglie che la moglie è cara, ma è per amore dell'Atman che la moglie è cara. Non è per amore dei figli che i figli sono cari , ma è per amore dell'Atman che i figli sono cari. Non è per amore della ricchezza che amiamo la ricchezza, ma è per amore dell'Atman che amiamo la ricchezza. Non è per amore di questo mondo che ci è caro questo mondo, ma è per amore dell'Atman che si ama il mondo. Non è per amore degli Dei che veneriamo gli Dei, ma è per amore dell'Atman che amiamo gli Dei. Non è per amore delle creature che abbiamo a cuore le creature, ma è per amore dell'Atman che amiamo le creature. Di fatto nulla in questo universo è amabile e amato per se stesso, ma perché si ama il Sé, ogni cosa di questo universo ci è cara. È' il Sé ciò che deve essere realizzato, vedendo, ascoltando, comprendendo, meditando il Sé. In verità chi avrà veduto, ascoltato, inteso, meditato l'Atman, realizzando il Sé, avrà conosciuto ogni cosa.”


Mistero svelato.

2 commenti:

  1. Gentile Lamparelli,
    ciò significa che quando muoiono i genitori e i figli, limitandoci ai familiari più stretti, non dovremmo soffrirne troppo, visto che essi si "sciolgono" nella loro vera natura, e noi che gli sopravviviamo siamo già quella identità reale? Grazie... Roberto Ricci

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  2. Dovrebbe essere così. Ma non è così perchè noi siamo troppo attaccati ai corpi e alle nostre identità terrene. In fondo dovremmo arrivare alla morte, nostra o dei nostri cari, come a una liberazione finale dal falso, dall'apparenza e dai condizionamenti. Finalmente liberi, finalmente realizzati.

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