sabato 3 dicembre 2022

Superare la mente

 

Dobbiamo dunque essere consapevoli del conflitto-dualismo che affligge la nostra mente. L’obiettivo è quello di non utilizzare questa parte della mente che conosce e proietta l’antagonismo nell’aldilà. Ma per far questo, la mente deve cessare di esistere. Deve cioè liberarsi da millenni di condizionamenti psicologici, di ricordi, di principi, di idee, di fedi e di convincimenti.

È molto difficile, ma tenere presente che ciò avverrà inevitabilmente con la morte. La morte è la fine del conosciuto. Solo quando avverrà la fine del conosciuto, apparirà l’inconoscibile, l’impensabile. Se invece ci aggrappiamo al noto, agli opposti, al conflitto, alla divisione, non potremo liberarci del passato. E nel passato rientrano tutte le nostre idee di paradiso-inferno, Dio, anima, reincarnazione o resurrezione – idee che forse ci danno conforto, ma non ci dicono nulla della verità.

Dobbiamo andare al di là delle solite idee di aldilà. Questo è il vero significato di aldilà, ossia di ciò che avverrà dopo la morte o dopo la trascendenza della mente. Ci dobbiamo liberare di ogni idea di speranza o non speranza, di fede o non fede, di Dio o non Dio. Dobbiamo accedere a una consapevolezza totalmente nuova.

Ma la mente può liberarsi di questo condizionamento?

In realtà dovrebbe smettere di pensare e rimanere immobile e silenziosa, e questo non può farlo. Però può essere consapevole di questa sua incapacità.

Esistono  già linguaggi che non sono esprimibili a parole: la matematica, la musica, le arti… Provate a tradurre con parole una musica o una formula matematica.

Comunque tutti questi linguaggi sono ancora un prodotto della mente.

Ma non può andare oltre, verso qualcosa che non è un suo prodotto: la trascendenza.

Se presti molta attenzione a qualcosa, puoi ridurre al minimo l’interferenza della mente concettuale. Ma è raro che ci liberiamo di giudizi, valutazioni, confronti, condanne… Ci deve essere un vero rapimento mentale, in cui il soggetto, l’io, è quasi scomparso.

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