sabato 17 dicembre 2022

La luminosità fondamentale

 Quando parliamo di luminosità della mente fondamentale non dobbiamo pensare a una luce simile a quella di una lampadina o a qualcosa di speciale. In realtà noi non sappiamo che cosa siano un pensiero o un’emozione. Dove si trovano? Nel cervello o al di fuori?

Tutti i fenomeni che ci appaiono alla mente, dove sono? All’interno o all’esterno della mente? O da nessuna parte, appesi, per così dire, nel vuoto?

E uno stato d’animo dove si forma? Se provo rabbia, odio, amore… dove si trovano? E l’animo dove si trova?

Al fondo non c’è nulla. Abbiamo e siamo emersioni dal vuoto, apparenze, mancanza di stabilità, intermittenza. Inutilmente cerchiamo le cose. Se già i fenomeni sono mutevoli e inafferrabili, figuriamoci gli stati d’animo.

Cerchiamo fra le apparenze, illudendoci di afferrare qualcosa di concreto, trovando sempre una mancanza di realtà. Le cose esistono, ma sono fantasmi.

Tuttavia questa loro natura di instabilità, questa mancanza di “afferrabilità”, è esattamente la loro natura ultima.

Quindi non dobbiamo aspettarci niente di definito, niente di solido, niente di veramente luminoso come una luce.

La luminosità della realtà è la sua stessa apparenza. Dal vuoto emergono forme e sensazioni, e al vuoto ritornano.

La luminosità è proprio questo loro apparire.

Non dovete dunque aspettarvi di vedere apparire le luminarie natalizie o i fuochi d’artificio, ma qualcosa di vibrante e vitale nella vostra esperienza.

Le apparenze sono possibili perché c’è la luce, altrimenti sarebbe tutto buio. Ogni fenomeno ha dunque in sé la propria luminosità, solo che si sappia vederla.

Questa luminosità non nasce e non muore. Ma è come una radiazione di fondo che pervade tutto.

Affrettiamoci a riconoscerla. È proprio sotto i nostri occhi.


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