Illuminazione è l'uscita improvvisa dalle attività di filtraggio e di interpretazione della mente, il recupero del rapporto diretto con la realtà e la scoperta della vividezza delle cose, non più appannate dalla mediazione mentale.
Si chiama illuminazione proprio perché è un vedere con più chiarezza. Ma non bisogna mitizzarla. Ogni volta che ci sgraviamo da un peso, ogni volta che proviamo un grande sollievo, ecco una piccola illuminazione, ecco una piccola liberazione.
Naturalmente esistono gradi e livelli differenti di illuminazione, della "chiara visione".
Per liberarsi dalla vischiosità delle attività mentali e delle loro sovrastrutture è molto comune mettersi a seguire il respiro (all'altezza delle narici o dell'addome) perché il respiro avviene sempre qui e ora; è dunque un metodo per disidentificarsi dalla mente e per rinforzare la presenza mentale. In realtà, ciò che opera lo spostamento è l'osservazione, rivolta a qualcosa di concreto e attuale. Primo, prendo coscienza che sono trascinato dagli schemi mentali; e, secondo, prendo da esse le giuste distanze.
Questo spostamento, questa presa di coscienza, va ripetuta di continuo durante la giornata. Ci permette di uscire o di allontanarci dalle nebbie mentali (ricordi, anticipazioni, rimorsi, rimpianti, paure, credenze, fedi, riflessioni, fantasie, ecc.) per avvicinarci al nostro più autentico essere.
La mente è un insieme di meravigliose facoltà, ma ha il difetto di trasportarci in mondi virtuali allontanandoci dalla realtà. Con la meditazione la resettiamo e riprendiamo il contatto con il vero sé.
Non credete a coloro che vi riferiscono di visioni, magari di angeli o di santi. Quelle visioni sono proiezioni mentali, che sono l'esatto contrario dell'illuminazione.
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