giovedì 19 gennaio 2012

Esercizi di attenzione

Gli attenti ottengono l'immortalità; i disattenti sono come già morti - dice il Dhammapada. Ci siamo dimenticati di queste antiche massime e abbiamo costruito sistemi sociali basati sulla disattenzione. Pare che ormai l'uomo moderno non possa rimanere attento per più di pochi minuti. Il risultato è che viviamo come sonnambuli, senza essere veramente presenti in ciò che facciamo. Siamo distratti da mille attività e ci sembra così di vivere più intensamente. Ma possiamo passare davanti a una persona senza neppure vederla, come se non esistesse.
In realtà perdiamo di vista l'essenza delle cose e ci sfugge la trama profonda del mondo, degli uomini e di noi stessi. Siamo confusi: ci muoviamo come automi o marionette.
La meditazione si presenta allora come un esercizio di attenzione. Perché il mondo, sia quello esteriore sia quello interiore, è ciò che noi percepiamo, rappresentiamo e interpretiamo.
Stare attenti ci permette di prendere le distanze dalla nostra mente, di interpretare diversamente o di smettere di interpretare gli eventi.
Facciamo dunque continui esercizi di attenzione, non in astratto ma nelle varie situazioni concrete dell'esistenza. Osserviamo noi stessi, osserviamo le persone; notiamo ciò che gli altri non vedono. Il tempo è fatto di istanti successivi, e ad ogni istante si apre un nuovo universo. Sta a noi in quei momenti imboccare una via anziché un'altra.
Tutto avviene nel momento presente - anche la memoria di eventi passati è qui e ora. E se il tempo è una successione di istanti, come i fotogrammi di un film, è la nostra mente che lo fa scorrere. Con l'attenzione possiamo far scorrere la nostra vita in una direzione piuttosto che in un'altra.

1 commento:

  1. Solo con l'attenzione riesco a spostare la mia mente, a farle smettere di parlare a vanvera. Solo con l'attenzione posso cercare di trovare la parte vera di me stessa. Grazie.

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