In una inchiesta di Cristina Mochi ("Il Venerdì di Repubblica" del 7-01-2011) si mette in evidenza come la meditazione di consapevolezza porti innegabili benefici alla salute fisica e mentale, attestati da controlli effettuati con la TAC e la risonanza magnetica, e cioè un miglioramento delle facoltà mnemoniche, un incremento dei neuroni, un rafforzamento del sistema immunitario e una diminuzione di ansia e depressione. La meditazione di consapevolezza (mindfulness) consiste nel riportare la mente al presente, rilevando e scartando i contenuti mentali negativi. In altri termini, stando attenti a ciò che produce la propria mente, quando il contenuto è negativo (ma anche una fantasia positiva), si deve concludere che quel pensiero (o immagine o stato d'animo) non è la realtà; e quindi si deve riportare l'attenzione al presente, al qui ed ora (per esempio al respiro).
Qui la meditazione non viene considerata un metodo esoterico, ma uno strumento per il miglioramento della salute in generale. Con venti minuti di questa pratica, si ottengono tali miglioramenti.
Tutto ciò è utile per incominciare a meditare, al di là delle proprie fedi religiose. Però non ci dimentichiamo che la meditazione è molto di più: è un metodo per rafforzare la propria spiritualità, intesa come chiara visione di sé e della realtà. Infatti la "chiara visione" si ha quando ci si libera non solo delle proprie fantasie e del chiacchiericcio mentale, ma anche delle sovrastrutture intellettuali, quali le filosofie e le religioni; allora, non si pensa, ma si vede. E si vede innanzitutto la falsità delle proprie convinzioni intellettuali. Perché la realtà non va pensata, ma vista.
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