venerdì 22 luglio 2022

Trovare la calma

 

“Tutto è in fiamme…” dice il Buddha in un suo celebre discorso, riferendosi al problema della sofferenza, alimentata dai sensi e dai pensieri che ardono. Ma oggi che il mondo è veramente in fiamme per il surriscaldamento terrestre dobbiamo dire che esiste anche una sofferenza causata dalla natura. Oggi è il caldo, domani è il freddo… ce n’è per tutti e in tutte le stagioni. Dobbiamo aggiungere che anche nei periodi intermedi accettabili, c’è sempre qualcosa che manca, qualcosa di insoddisfacente, qualcosa per soffrire.

Ora il mondo è sempre così e, se ci fosse un Creatore, la responsabilità sarebbe sua, non nostra. Noi poi ci aggiungiamo del nostro e facciamo di tutto per aggravare la situazione. Alla malvagità o indifferenza della natura, ci aggiungiamo le infinite sofferenze create dagli scontri fra uomini, dalle disparità sociali e dai tormenti sensuali e mentali.

In realtà non stiamo mai bene, da buoni prodotti di un universo che è nato dalla violenza e prosegue nella violenza.

Il prodotto di un disegno divino? Non pare proprio, semmai il prodotto di un’auto-creazione agitata.

Tranne certi periodi della giovinezza, dove forse siamo non soddisfatti ma tutti presi dai nostri desideri, il resto dell’esistenza si avvia verso l’invecchiamento, le malattie e la fine. Non un situazione allegra. Per chi nasce non ci sono rosee prospettive, ma per bene che vada una vita fatta di istinti e ripetizioni.

Dunque, per chi rifletta, c’è sempre un confronto con l’insoddisfazione.

Un antico proverbio dice che chi si accontenta gode. Ma molto poco. E guai a riflettere, ad aspirare a qualcosa di più. Allora ci si scontra con i limiti della situazione.

La maggior parte degli individui si accontenta di quel poco, non domandandosi nulla o affidandosi a fedi precostituite che sembrano dare un senso (aprendo però altri interrogativi). Ma chi vuol uscire dai cicli,  dalle ripetizioni e dai luoghi comuni si trova di fronte ad un problema mentale.

Non tutto ciò che appare è reale, molto spesso si ha a che  fare con semplici concetti e l’apparenza inganna. Il fatto è che bisogna condurre un’indagine interiore, perché la mente è capace di influenzare i nostri giudizi. Quel colore che vediamo è reale o un prodotto della mente? E il fatto di essere insoddisfatti, angosciati o ansiosi è un fatto personale o un fatto oggettivo?

Dobbiamo condurre un’attenta indagine interiore, separando i fatti dalle opinioni e tenendo presente che la mente è capace di influenzare la realtà.

È per questo che una tale indagine non è solo conoscitiva, ma ha anche lo scopo di acquietarci. Forse non saremo in grado di identificare tutti gli eventi mentali, ma con un’adeguata presenza mentale, non giudicante, arriveremo a guardare il mondo che brucia con un certo distacco.

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