Ho paura che Vito Mancuso abbia sbagliato religione. Lui continua a professarsi cattolico, ma quando mai il cattolicesmo si è basato sul primato della coscienza? E in effetti gli "ortodossi" da tempo lo hanno stigmatizzato. Ci sono stati papi che hanno addirittura condannato l'uso della coscienza. Questa è la tradizione del cattolicesimo reale, storico. Ciò che conta non è quello che pensa o sente il singolo, ma ciò che decide la Chiesa, ciò che stabilisce il dogma.
Vito Mancuso vorrebbe costruire un cristianesimo gioioso e libero, in cui l'individuo possa trovare un rapporto non tanto con un Dio esterno, un Dio Persona che comanda e pontifica dall'alto, ma un Dio che si riflette innanzitutto interiormente - nella coscienza appunto. "Il mio assoluto, il mio dio" scrive "... non è nulla di esterno a me" (Io e Dio, Garzanti). Già, lo vada a dire ai teologi ufficiali, per i quali Dio è esattamente una "Persona" che comanda, giudica e condanna.
A Mancuso fa orrore il Dio biblico che ordina ad Abramo di sgozzare il figlio Isacco. E anche a me. Ma la Chiesa ci ha presentato da sempre questa esecrabile prova come un fulgido esempio di fede. E fede e fanatismo, fede e violenza, sono sempre andate a braccetto ed esaltate dai credenti, oggi come ieri.
Una seria introspezione non ha niente a che fare con la tradizione cattolica. Ha a che fare con altre tradizioni, con la cultura della meditazione, ma non con il cristianesimo... e neppure con nessuna delle tre maggiori religioni che dominano il mondo.
Tutto il male che viene oggi dalle religioni nasce proprio da queste tre fedi (cristianesimo, islam e giudaismo), pervicacemente legate al passato, sostenitrici di un Dio Padre e Padrone, fautrici di regimi politici autoritari.
La coscienza è qualcosa di sconosciuto al fedele; è piuttosto un fastidio, è qualcosa che non riesce a risolvere... perché è difficile da trattare, sfugge alle categorie dogmatiche e non riconosce gerarchie. Ed è poi qualcosa che richiede sforzo, studio, approfondimento, isolamento, incertezza e lotta. Richiede di affrontare vie sconosciute, terre inesplorate, ostacoli ignoti. Tutte cose estranee alle folle plaudenti e superficiali dei raduni papali, tutte cose che non danno confortevoli e rassicuranti risposte.
La coscienza sa che deve oltrepassare un dio che è un fantoccio costruito dagli uomini e buttare a mare dogmi e teologie. E sa che le religioni del Dio Persona non sono che l'ultimo atto del vecchio paganesimo.
Consiglio dunque a Vito Mancuso di cambiare religione, di rivolgersi per esempio all'Oriente, dove la consapevolezza ha un ruolo centrale, e di rendersi conto che questa sua concezione del cattolicesimo è pura illusione. Già altri pensatori del passato hanno tentato la stessa strada e hanno sognato un cristianesimo dello spirito, ma sono tutti miseramente falliti.
C'è solo la cultura delle meditazione che fa della coscienza il perno di un'esperienza autenticamente religiosa. Perché di questo si tratta. Che cos'è la religione? Seguire i dettami di qualche profeta del passato o di qualche istituzione, o scavare nel proprio spirito? E che cos'è lo spirito? Il dogma o la propria coscienza?
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