Se ci aspettiamo di essere calmi, equilibrati e felici solo quando le cose ci vanno bene, non appena avremo dei problemi ecco che ci sentiremo agitati, squilibrati e infelici. Saremo insomma completamente in balia degli eventi esterni.
La meditazione intende opporsi a questo stato di cose e permetterci di operare preventivamente, allo scopo di tornare ad essere padroni dei nostri stati d'animo.
Questo lavoro interiore consiste nell'elaborare stati mentali (sm) positivi in modo da poterli utilizzare sia come una barriera difensiva sia come antidoti agli sm negativi. Bisogna cioè addestarsi a suscitare sm positivi nei momenti di tregua e non appena sia possibile.
Non bastano però semplici pensieri positivi: per esempio, «io sono calmo, io sono rilassato, io sto bene, ecc». Ciò che cerchiamo non sono tanto i pensieri, le emozioni o le sensazioni positive, quanto sm positivi. Dobbiamo cioè evocare lo stato d'animo della calma, del rilassamento e del benessere, non un semplice pensiero.
Il lavoro interiore consiste proprio in questo tipo di rievocazione nei momenti in cui dovremo affrontare disagi e difficoltà. Si tratta tutto sommato di un addestramento della memoria. Nei momenti in cui saremo agitati, squilibrati e infelici, dobbiamo ricordarci degli sm opposti della calma, dell'equilibrio e della felicità. E rievocarli, ossia riviverli, riprovarli.
Ma il lavoro va fatto preventivamente, nei momenti in cui non siamo assaliti dagli sm negativi. Allora saremo come una roccia che, quando la tempesta si abbatte di sé, resta pur sempre un'isola di pace.
Se per esempio, in un momento di tregua, mi dico: «Devi essere felice, equilibrato, sano, ecc.», non basta che lo pensi, ma devo evocare lo stato d'animo corrispondente, in modo da poterlo rievocare successivamente, durante la tempesta.
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