Ha fatto bene la Corte di Strasburgo, la Corte europea dei diritti dell’uomo, a condannare l’Italia per aver violato la libertà di espressione del professor Luigi Lombardi Vallauri e il suo diritto a un giusto processo. Il professore era infatti stato cacciato dalla Cattolica di Milano perché aveva espresso una visione del cristianesimo diversa da quella stereotipata della Chiesa, contrapponendo al “Dio che emoziona” il Dio della teologia tomista, desunto “ da una ingegnosamente violentata ontologia generale aristotelica”. Lombardi Vallauri aveva fatto ricorso al Tar della Lombardia e al Consiglio di Stato. E lo Stato italiano – il pavido Stato italiano, succubo del Vaticano – aveva risposto che non si può sindacare ciò che decide la Chiesa, perché così vuole il Concordato.
Ma il Concordato – un errore e un orrore costituzionale, che cede parte della sovranità dello Stato italiano allo Stato della Chiesa – non può impunemente violare i diritti dell’uomo. Soprattutto sarebbe ora che lo Stato italiano la finisse di lavarsi pilatescamente le mani e si assumesse le sue responsabilità, senza rimandare certe decisioni alla Santa Sede.
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