Perché non convince il tentativo di alcuni teologi di sostenere che solo un’etica religiosa abbia un fondamento? Perché tra la nostra etica e Dio non c’è niente in comune. Il Dio di cui parlano le religioni non è il Dio che vediamo in azione (al di là del bene e del male), ma un Dio immaginato a livello antropomorfico (e come potrebbe essere altrimenti?), un Dio concepito a misura d’uomo, un Dio fatto a immagine e somiglianza dell’uomo.
Questo Dio sarà anche un’utile funzione, ma è comunque una finzione, del tutto relativa. E infatti le etiche religiose sono profondamente diverse tra loro (si pensi ai differenti atteggiamenti sull’aborto) e possono promuovere tranquillamente “guerre sante” e stermini degli “infedeli.”
Ecco perché un’etica basata su un tale Dio immaginario non può avere un fondamento trascendente. Dio è sempre un Dio pensato dall’uomo...e più piccolo è l’uomo che lo pensa, più piccolo è Dio (nella Bibbia, per esempio, Dio arriva a ingiungere di sterminare “uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini, I Samuele, 15, 3.)
Il punto è che nessuna etica ha un fondamento che possa esulare dal mondo umano. La vera “etica” di Dio è quella che possiamo osservare nella natura e nell’universo, un’etica che ha come unico imperativo la volontà di propagazione della spinta vitale, la selezione del più forte e del più adattato, l’eliminazione del debole e del malriuscito, insomma un’etica del tutto disumana, pronta a creare e a distruggere, senza la minima considerazione per l’individuo.
L’etica dell’ “altro” Dio, quello concepito dall’uomo, è invece una creazione delle filosofie, delle religioni e delle spiritualità, ed è basata sull’utilità e sulle convenienze sociali. I presunti comandamenti divini sono in realtà generati dall’uomo, e possono variare da tempo a tempo, da luogo a luogo e da cultura a cultura.
Tutte le etiche, anche quelle religiose, sono fondate dagli uomini: nessuna etica è fondata da Dio, che è al di là del bene e del male. Prendiamo un comandamento fondamentale: “non uccidere.” È un appello rivolto dall’uomo all’uomo. Ma non è minimamente rispettato da Dio, che, oltre a essere il grande creatore, è anche il grande uccisore. Potremmo dire che le leggi di Dio sono del tutto disumane, oltreumane, amorali.
In conclusione, è sempre l’uomo che costruisce il quadro etico. E la differenza tra un’etica religiosa e un’etica laica o umanistica è che la prima si attribuisce presuntuosamente a un Dio, mentre la seconda è consapevole delle proprie limitazioni.
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