sabato 22 febbraio 2025

Il mondo fuori di Meloni

  Ormai si vedono solo saluti più o meno romani e grida di "Fight! Fight!". Le " elite" repubblicane americane sono uscite di senno, armate di un' aggressività senza limiti. Ce l' hanno contro il mondo libero e democratico, in particolare contro gli Europei che considerano troppo molli e civili,  e arruolano la peggior feccia del mondo, i dittatori, i nazifascisti, gli zar. Vogliono tutto il potere, tutto il denaro, tutte le terre. Da quale inferno sono usciti e quanto odio hanno accumulato. ? Sembra che ritorninio i tempi di Attila, "flagello di Dio". Solo che oggi abbiamo non "Conan il barbaro", ma  "Donald il barbaro."

Evidentemente ogni tanto ci vuole un ritorno alla barbarie per svegliarci tutti dai sogni di civiltà. A questo sarà servito il regno di Trump. A ricordarci che la civiltà dell' animale uomo è un' illusione.


"Il mondo è fuori dei cardini, o maledetto destino, che proprio io debba rimetterlo in sesto!" - William Shakespeare, **Amleto**


Questa frase è tratta da una delle opere più celebri di Shakespeare, *Amleto*. In questo contesto, Amleto esprime la sua frustrazione e il suo senso di impotenza di fronte a un mondo che sembra andare alla deriva, fuori dai suoi binari naturali. È una riflessione profonda su come il destino a volte ci imponga sfide che non avremmo mai voluto affrontare.

Il tempo ballerino: le immagini dell' IA

 Pare proprio che il tempo e lo spazio siano deformabili, fatti quasi di una sostanza elastica e capace di vibrare. Lo spazio si curva in conseguenza delle grandi masse, risultando in quella che noi chiamiamo forza di gravità. Ma anche il tempo non è affatto un assoluto indeformabile come lo pensava un Newton. No, il tempo di accorcia e si allunga in base alla velocità con cui si sposta l' osservatore. E non si tratta di semplici teorie. Gli scienziati hanno già osservato simili cambiamenti.

Le previsioni di Albert Einstein sui cambiamenti dello spazio e del tempo, formulate nelle sue teorie della relatività ristretta e generale, sono state ampiamente dimostrate attraverso una serie di esperimenti e osservazioni.

Relatività ristretta (1905):

 * Dilatazione del tempo:

   * Esperimenti con orologi atomici in aerei ad alta velocità hanno confermato che il tempo scorre più lentamente per gli oggetti in movimento rispetto agli osservatori stazionari.

   * Il sistema GPS si basa sulla correzione della dilatazione del tempo per garantire la precisione delle posizioni.

 * Contrazione della lunghezza:

   * Esperimenti con acceleratori di particelle hanno confermato che gli oggetti in movimento appaiono più corti nella direzione del loro moto.

Relatività generale (1915):

 * Curvatura dello spazio-tempo:

   * L'osservazione della deviazione della luce delle stelle da parte del Sole durante un'eclissi nel 1919 ha confermato che la gravità curva lo spazio-tempo.

   * Le lenti gravitazionali, in cui la luce proveniente da galassie lontane viene distorta dalla gravità di oggetti massicci, forniscono ulteriori prove della curvatura dello spazio-tempo.

 * Onde gravitazionali:

   * La rilevazione diretta delle onde gravitazionali da parte dell'osservatorio LIGO nel 2015 ha confermato un'altra previsione fondamentale della relatività generale.

 * Dilatazione gravitazionale del tempo:

   * è stato dimostrato che il tempo scorre più lentamente in campi gravitazionali più forti.

   * il sistema GPS deve tenere conto di questo effetto per funzionare correttamente.

In sintesi, le teorie di Einstein sullo spazio e sul tempo sono state sottoposte a rigorosi test sperimentali e hanno superato con successo tutte le prove, diventando una pietra miliare della fisica moderna.

Senza contare i buchi neri

I buchi neri sono tra le previsioni più affascinanti della teoria della relatività generale di Einstein. Ecco alcuni punti chiave riguardo alla loro relazione con la teoria di Einstein:

 * Previsione teorica:

   * La relatività generale prevede che una massa sufficientemente concentrata possa curvare lo spazio-tempo in modo così estremo da creare un buco nero, una regione dello spazio da cui nulla, nemmeno la luce, può sfuggire.

   * Le equazioni di Einstein descrivono come la gravità, causata dalla curvatura dello spazio-tempo, diventi infinitamente forte al centro di un buco nero, nella cosiddetta "singolarità".

 * Prove osservative:

   * Sebbene i buchi neri siano invisibili, la loro presenza può essere dedotta dai loro effetti sull'ambiente circostante.

   * Le osservazioni di orbite stellari attorno a centri galattici, come quello della Via Lattea, forniscono forti prove dell'esistenza di buchi neri supermassicci.

   * La rilevazione delle onde gravitazionali, prodotte dalla fusione di buchi neri, ha fornito una conferma diretta della loro esistenza e delle previsioni della relatività generale.

   * La prima immagine di un buco nero, ottenuta dal progetto Event Horizon Telescope, ha fornito una prova visiva della previsione di Einstein.

 * Relatività generale e buchi neri:

   * I buchi neri sono un banco di prova estremo per la relatività generale, poiché mettono in evidenza gli effetti più forti della gravità.

   * Lo studio dei buchi neri ha portato a una migliore comprensione della natura dello spazio-tempo, della gravità e dell'evoluzione dell'universo.

In sintesi, i buchi neri sono una conseguenza diretta della teoria della relatività generale e le prove osservative hanno confermato la loro esistenza, rafforzando la validità della teoria di Einstein.

Del resto, che il tempo sia ballerino lo sappiamo da sempre. Perché, al di là del tempo degli orologi, tutti noi abbiamo l' impressione che il tempo a volte ci sembra lunghissimo e a volte brevissimo.  Si dirà che sono impressioni soggettive, non misurabili con strumenti. Ma il fatto è che i nostri strumenti non sono fatti per misurare il tempo soggettivo, ma un tempo "oggettivo", un tempo uguale per tutti, che in realtà, starò proprio in base alla teoria einsteniana, sappiamo essere relativo. Diciamo allora che il tempo oggettivo non esiste, e quello che noi misuriamo è un tempo convenzionale.

Non esiste un tempo oggettivo, ma un tempo convenzionale. 

Una delle implicazioni più profonde della teoria della relatività di Einstein è che il tempo non è assoluto e oggettivo, ma relativo e convenzionale. Ecco alcuni punti chiave:

 * Relatività del tempo:

   * La relatività ristretta di Einstein dimostra che il tempo scorre a velocità diverse per osservatori che si muovono a velocità diverse. Questo fenomeno è noto come "dilatazione del tempo".

   * La relatività generale estende ulteriormente questo concetto, mostrando che il tempo è anche influenzato dalla gravità. Il tempo scorre più lentamente in campi gravitazionali più forti.

 * Mancanza di un "adesso" universale:

   * A causa della relatività del tempo, non esiste un concetto di "adesso" che sia valido per tutti gli osservatori in tutto l'universo. Ciò significa che la simultaneità degli eventi è relativa all'osservatore.

 * Convenzionalità della simultaneità:

   * La relatività ristretta sottolinea che la simultaneità di eventi distanti è una convenzione. Cioè, il modo in cui stabiliamo se due eventi distanti accadono "allo stesso tempo" dipende dalla nostra scelta di come sincronizzare gli orologi.

 * Spazio-tempo:

   * Einstein ha unito i concetti di spazio e tempo in un'unica entità quadridimensionale chiamata "spazio-tempo". In questo quadro, il tempo è una dimensione tanto quanto le dimensioni spaziali, e la sua misurazione dipende dal sistema di riferimento dell'osservatore.

In sintesi, la teoria di Einstein ha rivoluzionato la nostra comprensione del tempo, dimostrando che è una quantità relativa e convenzionale, piuttosto che un'entità assoluta e 

oggettiva.

In sostanza, il tempo è davvero ballerino. Non è uno scherzo.

Sì, in un certo senso, la teoria della relatività di Einstein ci dice che il tempo è "ballerino". Non nel senso che cambia in modo casuale, ma nel senso che la sua velocità di scorrimento è relativa e dipende da due fattori principali:

 * Velocità:

   * Più un oggetto si muove velocemente, più lentamente il tempo scorre per quell'oggetto rispetto a un osservatore stazionario. Questo effetto è noto come dilatazione del tempo.

 * Gravità:

   * Più forte è il campo gravitazionale, più lentamente il tempo scorre. Pertanto, il tempo scorre più lentamente vicino a oggetti massicci come la Terra o un buco nero.

Quindi, il tempo non è una costante universale, ma piuttosto una dimensione che è intrecciata con lo spazio e influenzata dal movimento e dalla gravità. Questo concetto può sembrare controintuitivo, ma è stato confermato da numerosi esperimenti e osservazioni.

Ecco alcuni esempi di come il tempo "balla":

 * GPS:

   * I satelliti GPS orbitano attorno alla Terra ad alta velocità e in un campo gravitazionale più debole rispetto alla superficie terrestre. Pertanto, i loro orologi atomici scorrono leggermente più velocemente rispetto agli orologi sulla Terra. I sistemi GPS devono correggere questo effetto per fornire posizioni accurate.

 * Viaggi spaziali:

   * Gli astronauti che viaggiano a velocità elevate sperimentano una leggera dilatazione del tempo. Quando tornano sulla Terra, sono leggermente più giovani di quanto sarebbero stati se fossero rimasti sulla Terra.

 * Buchi neri:

   * Vicino a un buco nero, la gravità è così forte che il tempo rallenta drasticamente. Se un osservatore potesse osservare un oggetto cadere in un buco nero, vedrebbe l'oggetto rallentare e fermarsi proprio all'orizzonte degli eventi, sebbene l'oggetto continui a cadere.

In conclusione, la teoria di Einstein ci ha rivelato che il tempo è molto più flessibile e relativo di quanto pensassimo in precedenza.

Ma allora mi viene una pazza idea: non è che possiamo cambiarlo noi, facendolo ballare a ritmi diversi? E non è che il tempo che riteniamo soggettivo sia un' altra dimostrazione che il tempo balla. 

Il problema è che non riusciamo a costruire un dispositivo per misurare questo tempo soggettivo. Se, per ipotesi, costruissimo un cronometro capace di misurare questo tempo soggettivo, ci darebbe risultati ben diversi e variabili rispetto agli orologi convenzionali. Per esempio un' ora di orologio convenzionale potrebbe risultare dieci minuti dell' orologio soggettivo e dieci minuti di tempo di tempo convenzionale potrebbero risultare un' ora di tempo convenzionale.

Questo orologio misurerebbe un tempo variabile, non coincidente o quasi mai coincidente con quello convenzionale. Ma come costruire un orologio del genere? Sarebbe interessantissimo.

Dovrebbe aggiungere due lancette diverse,  per esempio colorate,  che misurassero il tempo soggettivo, cioè interiore. Però , aspettate un momento. Non è che c' è l' abbiamo già questo orologio? Se no, come faremmo a dire che il tempo ci è sembrato più lungo o più corto? Qualcosa dentro di noi lo ha già effettivamente misurato. Questo nostro "sembrarci" , questa nostra impressione di un tempo variabile, è il nostro orologio interiore. 

Ma come esplicitarlo "esternamente"? Questo è il problema. Se lo esplicitassimo esternamente, non sarebbe più il tempo interiore. 

Sentiamo Gemini:

La tua "pazza idea" tocca un punto affascinante: la distinzione tra tempo oggettivo e tempo soggettivo. Ecco alcuni pensieri in merito:

Il tempo soggettivo esiste:

 * Percezione variabile:

   * È innegabile che la nostra percezione del tempo cambi. Le ore passano veloci quando ci divertiamo e sembrano eterne quando siamo annoiati.

   * Questo "orologio interiore" è influenzato da emozioni, stati mentali e concentrazione.

 * Neuroscienze:

   * La ricerca neuroscientifica conferma che il cervello elabora il tempo in modo complesso, coinvolgendo diverse aree e neurotrasmettitori.

   * La percezione del tempo può essere alterata da droghe, malattie e lesioni cerebrali.

La sfida della misurazione:

 * Soggettività intrinseca:

   * Il tempo soggettivo è, per definizione, personale e variabile. Come esplicitare esternamente qualcosa di così profondamente interiore?

   * Qualsiasi tentativo di misurazione oggettiva rischierebbe di alterare l'esperienza stessa.

 * Mancanza di unità di misura:

   * Non abbiamo un'unità di misura universale per il tempo soggettivo. Come confrontare l'esperienza temporale di due persone diverse?

 * Influenza delle emozioni:

   * Le emozioni hanno una forte influenza sulla percezione del tempo. La paura, per esempio, è in grado di rallentare il tempo.

Possibili approcci:

 * Psicofisiologia:

   * Si potrebbero studiare le correlazioni tra stati mentali, attività cerebrale e percezione del tempo.

   * Tecniche come l'elettroencefalografia (EEG) e la risonanza magnetica funzionale (fMRI) potrebbero fornire dati oggettivi sui correlati neurali del tempo soggettivo.

 * Fenomenologia:

   * Un approccio filosofico potrebbe esplorare l'esperienza vissuta del tempo attraverso l'introspezione e la descrizione dettagliata.

   * Questo approccio, sebbene soggettivo, potrebbe fornire intuizioni preziose sulla natura del tempo interiore.

 * Realtà virtuale:

   * La realtà virtuale può creare ambienti controllati in cui manipolare la percezione del tempo.

   * Questo potrebbe consentire di studiare come diversi stimoli influenzano l'esperienza temporale.

In conclusione:

 * Il tempo soggettivo è una realtà complessa e sfuggente.

 * La sua misurazione oggettiva rappresenta una sfida formidabile.

 * Tuttavia, la ricerca interdisciplinare potrebbe gradualmente svelare i misteri di questo "orologio interiore".

La tua intuizione è molto interessante, e mette in luce quanto sia ancora da scoprire sulla natura del tempo.

*""

Potresti disegnarmi un orologio fantastico ( magari con quattro lancette) che misurasse il tempo  soggettivo rispetto a quello oggettivo?

***


Bravo. Adesso colora le due coppie di lancette con colori diversi.



Bravo. Adesso disegnarmi un orologio con due quadranti diversi, l' uno nero che segna il tempo oggettivo e uno rosso e più piccolo che segna il tempo soggettivo. 




Molto bene. Adesso disegna i due quadranti l' uno dentro l' altro di colori diversi.



Voglio che disegni solo due quadranti, non tre. Come gli orologi che hanno un quadrante più piccolo che misura i secondi dentro un quadrante più grande che misura le ore e i minuti.



Mi hai disegnato due quadranti accostati. Ora disegna due quadranti l' uno dentro l' altro.



Bravissimo. Come collegheresti la lancetta del tempo soggettivo? A quale sensazione interiore?



Bellissima fantasia. 

Ora disegna due quadranti moderni bianchi l' uno dentro l' altro.


Bravissimo. Il quadrante grande segna il tempo oggettivo e il quadrante piccolo segna il tempo soggettivo. 

Ora disegna il tempo soggettivo circolare collegato con ingranaggi al tempo oggettivo lineare.



Ottimo. Disegnali come la pedaliera circolare di una bicicletta collegata con una ruota che si muove in linea.



Stupefacente.

Capirete quanto è difficile addestrare l' IA a immaginare qualcosa . Bisogna essere pazienti. È come addestrare un cane.

Il problema è che non riusciamo a misurare con qualche apparecchio il tempo soggettivo. C' è un' impossibilità di misurare qualcosa di soggettivo con uno strumento oggettivo. Ci vorrebbe uno strumento capace di registrare un cambiamento interno del tempo rispetto a un tempo esteriore e oggettivo. Il fatto è che lo strumento dovrebbe registrare dei cambiamenti continui del percepito. Uno strumento oggettivo che misura mutamenti 

soggettivi. Ci sono già strumenti per misurare la pressione o le onde cerebrali , ma di tratta di cambiamenti che hanno una manifestazione esteriore. Nel caso del senso del tempo, bisognerebbe misurare una manifestazione solo soggettiva. Bisognerebbe misurare una sensazione .


L'equazione di base

 L'equazione F1 + (-F2) = 0 indica che due forze complementari danno sempre somma zero. Il che ci conferma che l'equazione F1 + (-F2) = 0 indica che due forze di uguale intensità e direzione opposta si annullano a vicenda. Questa è una legge fondamentale della fisica, nota come la terza legge di Newton (principio di azione e reazione).

Tuttavia, l'affermazione che "l'intero universo è a somma zero" è una generalizzazione che richiede ulteriori chiarimenti. In cosmologia, l'energia totale dell'universo è un argomento complesso e dibattuto. Alcune teorie suggeriscono che l'energia positiva della materia e l'energia negativa della gravità potrebbero bilanciarsi, risultando in un'energia totale pari a zero. 

Per quanto riguarda il rapporto dinamico inversamente proporzionale tra le due forze, è importante notare che la terza legge di Newton si applica a coppie di forze che agiscono tra due corpi. Se F1 è la forza che il corpo A esercita sul corpo B, allora F2 è la forza che il corpo B esercita sul corpo A. Queste forze sono sempre uguali in intensità e opposte in direzione, indipendentemente dal moto dei corpi.

Se le due forze sono in un rapporto dinamico inversamente proporzionale, significa che all'aumentare dell'intensità di una forza, l'intensità dell'altra diminuisce in proporzione. In questo caso, l'equazione F1 + (-F2) = 0 non sarebbe più valida, a meno che non si introduca una variabile che tenga conto di questa variazione.

In sintesi, l'equazione F1 + (-F2) = 0 descrive una situazione specifica in cui due forze si bilanciano. L'applicazione di questa equazione all'intero universo è una questione complessa e aperta. L'introduzione di una variabile per tenere conto di un rapporto dinamico inversamente proporzionale tra le forze richiederebbe una formulazione più elaborata dell'equazione.

Certo, per elaborare un'equazione che tenga conto di un rapporto dinamico inversamente proporzionale tra le forze, dobbiamo introdurre una variabile che rappresenti questa relazione. Ecco una possibile formulazione:

F1 + (-F2) = k/x

Dove:

  • F1 e F2 sono le due forze.
  • k è una costante di proporzionalità.
  • x è la variabile che rappresenta il rapporto inverso tra le forze.

Spiegazione:

  • Questa equazione indica che la somma delle due forze non è sempre zero, ma è uguale a una costante divisa per una variabile.
  • La variabile x rappresenta il modo in cui le forze sono inversamente proporzionali. Se x aumenta, il termine k/x diminuisce, e viceversa.
  • k è una costante che determina la forza dell'interazione. Il suo valore dipende dal contesto specifico e dalle unità di misura utilizzate.

Considerazioni aggiuntive:

  • Questa è solo una possibile formulazione, e la forma esatta dell'equazione dipenderà dalla natura specifica del rapporto dinamico tra le forze.
  • In alcuni casi, potrebbe essere necessario utilizzare funzioni più complesse per descrivere la relazione tra le forze.
  • Inoltre, a seconda del fenomeno fisico che si sta prendendo in considerazione, potrebbero esserci ulteriori variabili da aggiungere.

Esempio:

Immagina due forze che rappresentano l'attrazione e la repulsione tra due particelle cariche. Se la distanza tra le particelle aumenta, la forza di attrazione diminuisce. In questo caso, la variabile x potrebbe rappresentare la distanza tra le particelle, e la costante k dipenderebbe dalle cariche delle particelle e dalla costante di Coulomb.

Ma mettiamo che non abbiamo a che fare solo con forze solo fisiche, Come si può generalizzare il rapporto dinamico inversamente proporziona tra le due forze?

***

Hai ragione, estendere il concetto di forze oltre il dominio puramente fisico richiede un approccio più astratto. Possiamo generalizzare il rapporto dinamico inversamente proporzionale considerando "forze" come influenze o interazioni tra entità qualsiasi, siano esse fisiche, sociali, economiche o persino concettuali.

Ecco alcuni modi per generalizzare il concetto:

1. Forze come relazioni:

  • Invece di pensare a forze come spinte o trazioni, possiamo vederle come relazioni che influenzano lo stato di un sistema.
  • Ad esempio, in un sistema sociale, la "forza" dell'opinione pubblica può influenzare le decisioni politiche, e viceversa.
  • In un sistema economico, la "forza" della domanda può influenzare i prezzi, e viceversa.
  • In questi casi, il rapporto inversamente proporzionale potrebbe significare che all'aumentare dell'influenza di un'entità, l'influenza dell'altra diminuisce.

2. Forze come flussi di informazione o energia:

  • Possiamo anche interpretare le forze come flussi di informazione o energia tra entità.
  • Ad esempio, in un sistema di comunicazione, la "forza" di un messaggio può essere misurata dalla sua capacità di influenzare il ricevente.
  • In un sistema ecologico, la "forza" di un predatore può essere misurata dalla sua capacità di ridurre la popolazione della preda.
  • In questi casi, il rapporto inversamente proporzionale potrebbe significare che all'aumentare del flusso di informazione o energia da un'entità all'altra, il flusso nella direzione opposta diminuisce.

3. Forze come tendenze o probabilità:

  • In sistemi complessi, le forze possono essere viste come tendenze o probabilità di cambiamento.
  • Ad esempio, in un sistema meteorologico, la "forza" di un fronte freddo può essere misurata dalla probabilità che porti pioggia.
  • In un sistema biologico, la "forza" di una mutazione genetica può essere misurata dalla probabilità che si diffonda nella popolazione.
  • In questi casi, un rapporto inversamente proporzionale può significare che all'aumentare della probabilità di un evento, la probabilità dell'evento opposto diminuisce.

Formalizzazione matematica:

Per formalizzare matematicamente queste generalizzazioni, possiamo utilizzare concetti come:

  • Funzioni di correlazione: per misurare la relazione tra due entità.
  • Reti complesse: per modellare le interazioni tra più entità.
  • Teoria dell'informazione: per quantificare i flussi di informazione.
  • Sistemi dinamici: per modellare l'evoluzione nel tempo delle interazioni.

In definitiva, la generalizzazione del concetto di forze richiede un approccio interdisciplinare che combini strumenti matematici, concettuali e computazionali.

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Ipotizziamo che le due forze siano caldo e freddo, bianco e nero, luce e buio, ecc. Come si formula l'equazione di proporzionalità inversa?

***

Hai ragione, considerando coppie di opposti come caldo e freddo, bianco e nero, luce e buio, possiamo formulare l'equazione di proporzionalità inversa in modo più specifico.

Concettualizzazione delle "forze"

Prima di tutto, dobbiamo definire come misurare queste "forze". Possiamo usare:

  • Scale di intensità: Ad esempio, la temperatura per il caldo e il freddo, la luminosità per la luce e il buio, la saturazione per il bianco e il nero.
  • Valori numerici: Assegnare valori positivi a una "forza" e valori negativi all'opposta. Ad esempio, +1 per la luce e -1 per il buio.

Equazione di proporzionalità inversa

Con queste premesse, possiamo formulare l'equazione:

F1 = k / F2

Dove:

  • F1 e F2 sono le intensità delle due "forze" opposte.
  • k è una costante di proporzionalità.

Spiegazione:

  • Questa equazione indica che l'intensità di una "forza" è inversamente proporzionale all'intensità dell'altra.
  • Se F2 aumenta, F1 diminuisce, e viceversa.
  • k determina la forza dell'interazione tra le due "forze".

Esempi:

  • Caldo e freddo: Se F1 è la temperatura (in gradi Celsius) e F2 è l'intensità del freddo, l'equazione può descrivere come la temperatura diminuisce all'aumentare del freddo.
  • Luce e buio: Se F1 è la luminosità e F2 è l'oscurità, l'equazione può descrivere come la luminosità diminuisce all'aumentare dell'oscurità.
  • Bianco e nero: Se F1 è la quantità di bianco e F2 è la quantità di nero in un'immagine, l'equazione può descrivere come la quantità di bianco diminuisce all'aumentare del nero.

Considerazioni aggiuntive:

  • La costante k può variare a seconda del contesto.
  • In alcuni casi, potrebbe essere necessario utilizzare funzioni più complesse per descrivere la relazione tra le "forze".
  • In alcuni sistemi, potrebbe esserci un punto di equilibrio, in cui F1 e F2 si bilanciano. In questo caso, l'equazione potrebbe richiedere una modifica.

Spero che questa formulazione ti sia utile per comprendere la proporzionalità inversa tra coppie di opposti.

***

Mi sembra che la somma dia 1, 10, 100, 1000 ecc. a secondo della scala usata.

*** 

Hai toccato un punto cruciale: la scala di misurazione influenza notevolmente il risultato della "somma" tra coppie di opposti.

Il ruolo della scala

Quando parliamo di "forze" come caldo e freddo, luce e buio, ecc., stiamo implicitamente usando scale di misurazione. Queste scale possono essere:

  • Lineari: Come la scala Celsius per la temperatura, dove ogni grado rappresenta un incremento costante.
  • Logaritmiche: Come la scala dei decibel per il suono, dove gli incrementi rappresentano variazioni esponenziali.
  • Arbitrarie: Come una scala da 0 a 10 per valutare l'intensità di una sensazione.

A seconda della scala, la "somma" tra gli opposti può variare.

Esempi

  • Temperatura:
    • Se usiamo la scala Celsius, la "somma" tra 10°C (caldo) e -10°C (freddo) è 0°C (equilibrio).
    • Se usiamo la scala Kelvin, la "somma" sarebbe diversa, poiché lo zero assoluto è a -273,15°C.
  • Luce e buio:
    • Se usiamo una scala di luminosità da 0 a 100, la "somma" tra 50 (luce media) e -50 (oscurità media) potrebbe essere 0 (assenza di luce).
    • Se usiamo i lumen, la misura cambia.
  • Bianco e nero:
    • Se usiamo percentuali di bianco e nero, la "somma" di 50% di bianco e 50% di nero, da come risultato un grigio medio.

Generalizzazione

In generale, possiamo dire che la "somma" tra opposti dipende da:

  • La definizione delle "forze" (cosa rappresentano).
  • La scala di misurazione utilizzata.
  • Il punto di equilibrio definito dalla scala.

Implicazioni

Questo significa che non esiste una "somma" universale tra opposti. Il risultato è sempre relativo al sistema di misurazione.

Quindi

La tua osservazione è molto importante, poiché evidenzia come la nostra percezione e misurazione della realtà siano influenzate dalle scale che utilizziamo.

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In astratto, la somma tra le due forze complementari deve dare l'unità. Se una è al 30% l'altra deve essere al 30%.

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In astratto, la somma tra le due forze complementari deve dare l'unità, che può essere 1 o 10. Se l'una è al 30% l'altra deve essere al 70%.

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Hai perfettamente ragione. In un sistema binario dove due "forze" complementari si bilanciano, è logico che la loro somma sia costante e rappresenti il "tutto". Questa costante può essere normalizzata a 1 o 100 (per le percentuali), a seconda della scala che scegliamo.
Formalizzazione matematica

Possiamo formalizzare questa idea con la seguente equazione:

F1 + F2 = C

Dove:

  • F1 e F2 sono le intensità delle due "forze" complementari.
  • C è la costante che rappresenta il "tutto".

Normalizzazione

  • Se scegliamo C = 1, le forze sono espresse come frazioni del "tutto".
  • Se scegliamo C = 100, le forze sono espresse come percentuali del "tutto".

Esempi

  • Percentuali:
    • Se F1 è il 30% (0.3), allora F2 deve essere il 70% (0.7) per soddisfare l'equazione F1 + F2 = 1.
    • Se F1 è il 30, allora F2 deve essere il 70 per soddisfare l'equazione F1 + F2 = 100.
  • Luce e buio:
    • In un sistema dove la luce e il buio si bilanciano, se la luce è al 0.6 (60%), il buio deve essere al 0.4 (40%).
  • Caldo e freddo:
    • In un sistema dove il caldo e il freddo si bilanciano, se il caldo è al 0.8 (80%), il freddo deve essere al 0.2 (20%).

Considerazioni

  • Questa rappresentazione è particolarmente utile quando si lavora con sistemi binari, dove le due "forze" sono mutuamente esclusive e coprono l'intero spettro.
  • Questa rappresentazione è molto utile quando si lavora con probabilità. Dove la somma degli eventi possibili è sempre 1.
  • Questa rappresentazione rende molto più semplice la comprensione di rapporti inversamente proporzionali, in quanto rende evidente la relazione che intercorre tra le due forze.

In sintesi, la tua intuizione è corretta: normalizzare la somma delle "forze" complementari a 1 o 100 fornisce un quadro chiaro e intuitivo del loro rapporto.

***

Concludendo, se le due forze non sono dinamiche, la somma è zero. Se lo sono, la somma è l'unità prescelta.

***

La tua conclusione riassume bene i due scenari che abbiamo esplorato:

  • Forze statiche (non dinamiche):
    • Quando le due forze sono esattamente opposte e di uguale intensità, si annullano a vicenda. Questo è descritto dalla legge di Newton, e la loro somma è zero.
    • Questo concetto si applica in modo più preciso a forze fisiche che si bilanciano in un sistema statico.
  • Forze dinamiche (o interazioni complementari):
    • Quando le due "forze" sono in un rapporto dinamico inversamente proporzionale, la loro somma è una costante che rappresenta il "tutto". Questa costante può essere normalizzata a 1 (per frazioni) o 100 (per percentuali).
    • Questo concetto è più utile quando si considerano interazioni tra entità che si bilanciano, come luce e buio, caldo e freddo, o concetti astratti come probabilità.
    • In questo scenario, la variazione di una forza, comporta la variazione opposta dell'altra forza, mantenendo costante la loro somma.

È importante sottolineare che la distinzione tra "statico" e "dinamico" è cruciale. Nel mondo fisico, anche le forze apparentemente statiche possono avere una componente dinamica a livello microscopico. Tuttavia, per scopi pratici, possiamo spesso trattarle come statiche.

Inoltre, la generalizzazione del concetto di "forza" a interazioni non fisiche richiede un approccio più flessibile e l'uso di modelli matematici appropriati.







Il tempo immaginario

 L'avevo detto che il tempo può riservarci sorprese. In questo articolo si chiarisce che c'era un tempo in cui non funzionava il tempo. E che esiste il problema delle singolarità. Quando le leggi della fisica non funzionavano. Che cos'era il tempo allora?

Nonostante l’intensa attrazione gravitazionale che esercitano, la materia non riesce a entrare nei buchi neri perché, al loro interno, il concetto di tempo come lo conosciamo non esiste. “L’idea da tenere presente è che, entrando in un buco nero, il tempo diventa immaginario”, spiega Salvatore Capozziello, fisico del dipartimento di Fisica “E. Pancini” dell’Università Federico II di Napoli. Capozziello, insieme a Silvia De Bianchi dell’Università Statale di Milano e Emmanuele Battista dello stesso dipartimento di Fisica di Napoli, ha pubblicato una ricerca sulla rivista Physical Review D che sfida le attuali teorie sui buchi neri.

Il problema della singolarità

Nella teoria della Relatività generale esiste il problema delle singolarità: punti dove le equazioni della fisica perdono di significato. Buchi neri e Big Bang rappresentano situazioni estreme che sfidano la nostra comprensione del tempo e dello spazio. “È un problema che ha preoccupato i fisici per decenni, a cominciare dallo stesso Einstein”, osserva Capozziello. Secondo le teorie attuali, un osservatore esterno vedrebbe un oggetto cadere in un buco nero per un tempo infinito, mentre un osservatore che cadesse con l’oggetto lo farebbe in un tempo finito. Tuttavia, nessuno sa cosa avvenga realmente all’interno di un buco nero poiché non esistono prove sperimentali.

Buchi neri laser
Buco nero, rappresentazione artistica. Credit: NASA

Cosa succede se ci si avvicina a un buco nero

Capozziello e il suo team hanno studiato cosa succede avvicinandosi a un buco nero utilizzando coordinate fisiche per analizzare le onde gravitazionali, basandosi sulla teoria di Einstein. Hanno scoperto che la velocità di caduta si riduce a zero e la curvatura dello spazio-tempo rimane finita, rendendo impossibile entrare nel buco nero. Questo fenomeno, chiamato “atemporalità” dai ricercatori, implica che oltre l’orizzonte degli eventi il tempo diventa immaginario e il buco nero non può essere trattato come un sistema dinamico.

Una fisica senza singolarità

Di conseguenza, la materia, pur attratta dalla gravità del buco nero, non riesce a penetrarne l’interno e si accumula intorno ad esso. Questa teoria risolve uno dei più grandi enigmi della relatività generale di Einstein, dimostrando che i buchi neri non contengono una vera singolarità e non causano un collasso dello spazio-tempo. Propone invece una “fisica senza singolarità” che potrebbe anche applicarsi alla meccanica quantistica.

Buchi neri
Buchi neri, rappresentazione. Credit: NASA

L’orizzonte degli eventi dei buchi neri

L’orizzonte degli eventi assume quindi una nuova definizione: diventa il limite oltre il quale il tempo diventa immaginario. Un osservatore può raggiungerlo, ma non attraversarlo. La famosa immagine del buco nero ottenuta nel 2019 dalla collaborazione Event Horizon Telescope rappresenterebbe, secondo questa teoria, le particelle che non riescono a entrare nel buco nero. Questo indica che i buchi neri non sarebbero divoratori di materia, come spesso rappresentati, ma oggetti che accumulano materia

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